Attorno
al Signore Gesù la baruffa aumenta sempre di più: «e
nacque dissenso tra la gente riguardo a lui» (Gv
7,43). Aldilà degli apprezzamenti - «mai un uomo ha
parlato come quest’uomo» (Gv
7,46) – e dei rifiuti netti -«studia e vedrai che non
sorge profeta dalla Galilea» (Gv
7,52) – rimane la profezia che si compie pienamente nel consapevole
e libero cammino del Signore Gesù verso la sua Ora: «Il
Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; allora mi ha aperto
gli occhi sui loro intrighi» (Ger
11,18).
Il
Signore Gesù ci spiana la via verso la pienezza perché ci indica il
modo di portare a compimento il nostro cammino ad occhi aperti, senza
stordimento alcuno e in piena coscienza: «Si
vedono molti visi sfiniti, pallidi e sofferenti. Un altro pezzo del
nostro campo è stato amputato, la prossima settimana toccherà al
prossimo pezzo, qui si vive così da più di un anno, settimana dopo
settimana» (143) dopo
questo primo sguardo riassuntivo Etty apre ancora di più i suoi
occhi e aggiunge: «non
sappiamo niente del loro destino. Forse lo sapremo presto, ognuno a
suo tempo, perché quello sarà anche il nostro destino – non ne
dubito nemmeno un istante» (144).
La
chiarezza di ciò che sta succedendo non paralizza Etty né tanto
meno la rende assolutamente sensibile a qualsivoglia forma di
illusione. Da parte sua cerca di affrontare il momento presente con
tutta la presenza possibile e, al contempo, animata da un dovere di
registrazione del reale cerca di assicurare che nulla vada perso.
Una Quaresima con Etty
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