sabato 11 agosto 2012

saggio è nutrire l´anima, per non allevarvi draghi e diavoli in cuore

Giunge al luogo dell´anima chi distoglie il proprio desiderio dalle cose esteriori. Se non la trova, viene sopraffatto dall´orrore del vuoto. E, agitando più volte il suo flagello, l´angoscia lo spronerà a una ricerca disperata e a una cieca brama delle cose vacue di questo mondo. Diverrà folle per la sua insaziabile cupidigia e si allontanerà dalla sua anima, per non ritrovarla mai più. Correrà dietro a ogni cosa, se ne impadronirà, ma non ritroverà la sua anima, perché solo dentro di sé la potrebbe trovare. Essa si trovava certo nelle cose e negli uomini, tuttavia colui che è cieco coglie le cose e gli uomini, ma non la sua anima nelle cose e negli uomini. Nulla sa dell´anima sua. Come potrebbe distinguerla dagli uomini e dalle cose? La potrebbe trovare nel desiderio stesso, ma non negli oggetti del desiderio. Se lui fosse padrone del suo desiderio, e non fosse invece il suo desiderio a impadronirsi di lui, avrebbe toccato con mano la propria anima, perché il suo desiderio ne è immagine ed espressione. Se possediamo l´immagine di una cosa, possediamo la metà di quella cosa. L´immagine del mondo costituisce la metà del mondo. Chi possiede il mondo, ma non invece la sua immagine, possiede soltanto la metà del mondo, poiché l´anima sua è povera e indigente. La ricchezza dell´anima è fatta di immagini. Chi possiede l´immagine del mondo, possiede la metà del mondo, anche se il suo lato umano è povero e indigente. Ma la fame trasforma l´anima in una belva che divora cose che non tollera e da cui resta avvelenata. Amici miei, saggio è nutrire l´anima, per non allevarvi draghi e diavoli in cuore.
C.G.JUNG

venerdì 10 agosto 2012

noi ci siamo solo voltati le spalle nel sonno

Mio dolcissimo amore, 
non fuggo per stanchezza di te, 
nè perchè spero che il mondo possa offrirmi un amore più degno; 
ma poichè è destino che io debba infine morire, 
è molto meglio che mi prenda per scherzo 
l'abitudine di morire così di qualche morte finta. . 
Ieri sera anche il sole era fuggito, eppure oggi è qui.
lui non ha desideri e non ha sensi, nemmeno un corso breve come il mio: 
dunque non ti preoccupare per me, 
credi che tutti i miei viaggi saranno assai più rapidi, 
perchè io ho più ali e più sproni di lui. . 
Ma come è fragile il potere dell'uomo, 
che se anche ha buona fortuna 
non vi si può aggiungere un'ora di più, 
nè richiamare un'ora che ha perduta! 
Ma venga pure la cattiva sorte:
le aggiungeremo la nostra forza, 
le insegneremo l'arte e la portata, 
così che su noi tragga vantaggio. . 
Quando sospiri non sospiri vento, 
ma esali la mia anima; quando piangi, scortesemente cortese, 
corrompi il sangue della mia vita. 
Non è possibile che tu mi ami come dici di amarmi 
se disperdi con la tua la mia vita, tu che di me sei la parte migliore. . 
Il tuo cuore da oracolo non mi preannunci alcun male: 
il destino potrebbe prendere anche la tua parte, 
realizzando così le tue paure; 
pensa piuttosto che noi ci siamo solo voltati le spalle nel sonno; 
coloro che a vicenda si tengono vivi non sono mai separati. .
 John Donne

giovedì 9 agosto 2012

coloro ai quali Dio ha dato la religione per sentimento del cuore sono ben fortunati

Noi conosciamo la verità non soltanto con la ragione, ma anche con il cuore. I princìpi si sentono, le proposizioni si dimostrano, e il tutto con certezza, sebbene per differenti vie.) Ed è altrettanto inutile e ridicolo che la ragione domandi al cuore prove dei suoi primi princìpi, per darvi il proprio consenso, quanto sarebbe ridicolo che il cuore chiedesse alla ragione un sentimento di tutte le proposizioni che essa dimostra, per indursi ad accettarle. Questa impotenza deve, dunque, servire solamente a umiliare la ragione, che vorrebbe tutto giudicare, e non a impugnare la nostra certezza, come se solo la ragione fosse capace d’istruirci. Piacesse a Dio che, all’opposto, non ne avessimo mai bisogno e conoscessimo ogni cosa per istinto e per sentimento! Ma la natura ci ha ricusato un tal dono; essa, per contro, ci ha dato solo pochissime cognizioni di questa specie; tutte le altre si possono acquistare solo per mezzo del ragionamento. Ecco perchè coloro ai quali Dio ha dato la religione per sentimento del cuore sono ben fortunati e ben legittimamente persuasi. Ma a coloro che non l’hanno, noi possiamo darla solo per mezzo del ragionamento, in attesa che Dio la doni loro per sentimento del cuore: senza di che la fede è puramente umana, e inutile per la salvezza. (B. Pascal, Pensieri,)

mercoledì 8 agosto 2012

L'accoglienza fa parte del processo di perfezionamento di sé

Che cosa significa "ACCOGLIENZA" " Le vite imperfette sono le nostre. Certamente la mia. Il saggio userebbe il suo tempo vuoto - mai libero, perché non esiste una cosa come il tempo libero - per cercare di avvicinarsi alla perfezione. Alla sua idea di perfezione. O forse, anzi meglio, al perfezionamento possibile di sé. All'accumulo di conoscenze, che meno sono tecniche e più mi sembrano importanti, quasi necessarie. [..] L'accoglienza fa parte del processo di perfezionamento di sé. Accogliere i concetti, le idee, i sentimenti, le opinioni persino le sensazioni degli altri fa parte dell'accumulo della conoscenza. Anzi, forse è la conoscenza. Comporta un minimo sforzo concettuale, però, questa accoglienza, e la si può interrompere in qualsiasi momento per tornare felicemente chiusi dentro noi stessi. [..] Accogliere gli altri, e rispettarne la presenza, persino l'assenza, è tutt'altra cosa". 
Edoardo Nesi

martedì 7 agosto 2012

Repubbliche che hanno schiavi, nonché imperi che hanno servi della gleba

Hauteville Casa, 18 ottobre 1862. Avete ragione, signore, quando mi avete detto che il libro Les Miserables è scritto per tutti gli uomini. Non so se sarà letto da tutti, ma l'ho scritto per tutti. E 'per l'Inghilterra quanto la Spagna, Italia e Francia, la Germania così come in Irlanda, Repubbliche che hanno schiavi, nonché imperi che hanno servi della gleba. I problemi sociali trascendono i confini. Le ferite degli uomini, questi grandi ferite che coprono il globo, non si fermano con le linee blu o rosso disegnate sulla mappa. Laddove l'uomo è ignorante e disperazione ovunque la donna vende il pane, ovunque il bambino soffre per mancanza di un libro che insegna e camino che riscalda il libro Les Miserables bussa alla porta e disse: Fammi entrare, io vengo a te. Victor Hugo( lettera al sig Daeli editore)

lunedì 6 agosto 2012

un sentimento comune alla maggior parte delle persone: l’arroganza

"Oggi è raro incontrare persone che credono di possedere la verità; ci confrontiamo invece costantemente con quelli che sono sicuri di avere ragione. Sempre più frequentemente si avverte nell’aria che respiriamo un sentimento comune alla maggior parte delle persone: l’arroganza. Ogni giorno ci imbattiamo in personalità differenti che, in quanto tali, manifestano un proprio pensiero non necessariamente uguale al nostro. Il difetto che accomuna il genere umano è la difficoltà a riconoscere i propri limiti, la strenua presunzione di possedere ragioni universali. Esistono tuttavia, eccezioni più o meno silenziose, incarnate da quelle persone che ancora conservano la saggezza critica di saper distinguere il bene dal male, il bello dal brutto. L'apparente ovvietà di questa distinzione presuppone una grande apertura verso il mondo ed il prossimo. Sono persone che non impongono l’apertura del dialogo, ma la offrono lasciando agli altri l’arbitrio di accoglierla o meno. Ciò che fa di un uomo un pensatore è la sua capacità di districarsi nella complessità dei problemi che la vita quotidiana pone, riuscendo sempre ad andare oltre, non certo in virtù di un sapere astratto ma grazie alla propria umanità e al bagaglio di esperienze vissute. La manifestazione del vento del pensiero non è la conoscenza,ma l’attitudine a discernere il bene dal male, il bello dal brutto.Io non credo che possa esistere qualche processo di pensiero senza esperienze personali. E’ una sfida al pensiero, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose."

domenica 5 agosto 2012

Mi sono riconciliato con me stesso.


Vivere la malattia come un'opportunità, fare della sofferenza una fortissima esperienza, tutto ciò mi permette di affrontare la vita in un modo diverso. Prima di essere malato non avevo contatto con me stesso. Credevo di non avere bisogno di nulla ma invece ero insoddisfatto perché pur avendo tutto ero sempre alla ricerca di qualcosa che non possedevo. Ora invece conosco i miei limiti. Non sento di dover dimostrare niente a nessuno ma posso accettare la mia dipendenza dagli altri. Mi sono riconciliato con me stesso.
Ne ho ben tre di fortune: come medico, come malato e come uomo
Dal libro – Un medico, un malato, un uomo -