«Il silenzio è come un organo nel viso umano.
Nel viso non ci sono soltanto
gli occhi e
la bocca
o la fronte,
ma vi è anche il silenzio.
Esso è ovunque nel viso,
è il sostrato di ogni sua parte».
[MAX PICARD, Il mondo del silenzio, a c. di J.-L. EGGER, Servitium, Sotto il Monte (BG), 2007, p. 91]
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
sabato 22 febbraio 2014
venerdì 21 febbraio 2014
Questa risposta avviene nel silenzio
«Il viso umano è più rivolto verso Dio
che non verso l’uomo,
è innanzi tutto
risposta a Dio;
risponde al Creatore.
Questa risposta avviene nel silenzio.
Tutto nel volto è retto in funzione di questa risposta.
Il viso si esprime e diviene chiaro per gli uomini soltanto
nella misura in cui la risposta a Dio
, il silenzio rivolto a Dio,
lo permette.
La chiarezza ed espressività verso gli uomini
è subordinata a questo silenzio».
MAX PICARD, Die Grenzen der Physiognomik, Eugen Rentsch Verlag, Erlenbach-Zürich 1937, p. 13
giovedì 20 febbraio 2014
far scomparire l'immagine classica dell'umano
«Impiantare nel nostro cervello estensioni di memoria,
banche dati,
strumenti di calcolo o di aiuto alle decisioni,
riprogrammare le nostre cellule
per evitare la malattia, la disfunzione o l'usura degli organi,
collegare direttamente il nostro organismo ai sistemi informatici,
regolare permanentemente il suo funzionamento,
ibridare corpo e macchine,
allontanare i limiti dell'esistenza,
trasformare la successione delle generazioni,
le identità sessuali:
tutto questo è diventato prospettabile.
E la lista delle metamorfosi che potrebbero
far scomparire l'immagine classica dell'umano si allunga».
MONIQUE ATLAN, ROGER-POL DROIT, Humain. Une enquête philosophique sur ces révolutions qui changent nos vies, Flammarion, Paris 2012, p. 16
banche dati,
strumenti di calcolo o di aiuto alle decisioni,
riprogrammare le nostre cellule
per evitare la malattia, la disfunzione o l'usura degli organi,
collegare direttamente il nostro organismo ai sistemi informatici,
regolare permanentemente il suo funzionamento,
ibridare corpo e macchine,
allontanare i limiti dell'esistenza,
trasformare la successione delle generazioni,
le identità sessuali:
tutto questo è diventato prospettabile.
E la lista delle metamorfosi che potrebbero
far scomparire l'immagine classica dell'umano si allunga».
MONIQUE ATLAN, ROGER-POL DROIT, Humain. Une enquête philosophique sur ces révolutions qui changent nos vies, Flammarion, Paris 2012, p. 16
mercoledì 19 febbraio 2014
Sembra proprio un miracolo
«Sembra proprio un miracolo
che l'essere umano sia ancora circoscritto da contorni
e che non sia dilaniato dalle sue stesse possibilità».
(MAX PICARD, Die Flucht vor Gott, Eugen Rensch Verlag, Zürich 1934, p. 22,)
martedì 18 febbraio 2014
Non sono mai le circostanze esteriori, è sempre il sentimento interiore - depressione, insicurezza, o altro - che dà a queste circostanze un’apparenza triste o minacciosa.
LE MINACCE ESTERNE
Non sono mai le circostanze esteriori,
è sempre il sentimento interiore - depressione, insicurezza, o altro - che dà a queste circostanze un’apparenza triste o minacciosa.
Nel mio caso funziona sempre dall’interno verso l’esterno, mai viceversa. Di solito le disposizioni più minacciose - e ce ne sono parecchie, attualmente - vanno a schiantarsi contro la mia sicurezza e fiducia interiori, e una volta risolte dentro di me, perdono molto della loro carica paurosa.
lunedì 17 febbraio 2014
E credo che in futuro riuscirò anche a esprimere le cose difficili di questa vita con parole molto semplici
SEMPLICITÀ
Quante volte ho pregato, neppure un anno fa:
Signore, ti prego, rendimi un po’ più semplice.
E se quest’anno mi ha portato qualcosa, è stata proprio questa maggiore semplicità interiore.
E credo che in futuro riuscirò anche a esprimere le cose difficili di questa vita con parole molto semplici. In futuro.
domenica 16 febbraio 2014
Il Vangelo è maestro di umanità, non ci permette di non pensare con la nostra testa, convoca la nostra coscienza e la responsabilità del nostro agire, da non delegare a nessun legislatore
Il Vangelo non è un manuale di istruzioni, con tutte le regole già pronte per l'uso, già definite e da applicare. Il Vangelo è maestro di umanità, non ci permette di non pensare con la nostra testa, convoca la nostra coscienza e la responsabilità del nostro agire, da non delegare a nessun legislatore. Allora cerco di leggere più in profondità e vedo che Gesù porta a compimento la legge lungo due linee: la linea del cuore e la linea della persona.
- La linea del cuore. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta dentro di sé rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù va alla sorgente, al laboratorio dove si forma ciò che poi uscirà all'esterno come parola e gesto: ritorna al tuo cuore e guariscilo, poi potrai curare tutta la vita. Va alla radice che genera la morte o la vita: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1Gv 3, 15 ). Il disamore uccide. Non amare qualcuno è togliergli vita; non amare è per te un lento morire.
- La linea della persona: Se tu guardi una donna per desiderarla sei già adultero... Non dice: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Non è il desiderio ad essere condannato, ma quel ' per', vale a dire quando tu ti adoperi con gesti e parole allo scopo di sedurre e possedere l'altro, quando trami per ridurlo a tuo oggetto, tu pecchi contro la grandezza e la bellezza di quella persona. È un peccato di adulterio nel senso originario del verbo adulterare: tu alteri, falsifichi, manipoli, immiserisci la persona. Le rubi il sogno di Dio, l'immagine di Dio.
Perché riduci a corpo anonimo, lui o lei che invece sono abisso e cielo, profondità e vertigine. Pecchi non tanto contro la morale, ma contro la persona, contro la nobiltà, l'unicità, il divino della persona. Lo scopo della legge morale non è altro che custodire, coltivare, far fiorire l'umanità dell'uomo. A questo fine Gesù propone un unico salto di qualità: il ritorno al cuore e alla persona. Allora il Vangelo è facile, umanissimo, felice, anche quando dice parole che danno le vertigini. Non aggiunge fatica, non cerca eroi, ma uomini e donne veri
Ermes Ronchi
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