sabato 22 febbraio 2014

ma vi è anche il silenzio

«Il silenzio è come un organo nel viso umano.
Nel viso non ci sono soltanto
gli occhi e
la bocca
o la fronte,
ma vi è anche il silenzio.
Esso è ovunque nel viso,
è il sostrato di ogni sua parte».

[MAX PICARD, Il mondo del silenzio, a c. di J.-L. EGGER, Servitium, Sotto il Monte (BG), 2007, p. 91]

venerdì 21 febbraio 2014

Questa risposta avviene nel silenzio


«Il viso umano è più rivolto verso Dio 
che non verso l’uomo, 
è innanzi tutto 
risposta a Dio; 
risponde al Creatore. 
Questa risposta avviene nel silenzio. 
Tutto nel volto è retto in funzione di questa risposta. 
Il viso si esprime e diviene chiaro per gli uomini soltanto 
nella misura in cui la risposta a Dio
, il silenzio rivolto a Dio, 
lo permette. 
La chiarezza ed espressività verso gli uomini 
è subordinata a questo silenzio». 
MAX PICARD, Die Grenzen der Physiognomik, Eugen Rentsch Verlag, Erlenbach-Zürich 1937, p. 13

giovedì 20 febbraio 2014

far scomparire l'immagine classica dell'umano

«Impiantare nel nostro cervello estensioni di memoria,
 banche dati,
strumenti di calcolo o di aiuto alle decisioni,
riprogrammare le nostre cellule
per evitare la malattia, la disfunzione o l'usura degli organi,
collegare direttamente il nostro organismo ai sistemi informatici,
regolare permanentemente il suo funzionamento,
ibridare corpo e macchine,
allontanare i limiti dell'esistenza,
trasformare la successione delle generazioni,
le identità sessuali:
tutto questo è diventato prospettabile.
E la lista delle metamorfosi che potrebbero
far scomparire l'immagine classica dell'umano si allunga».
MONIQUE ATLAN, ROGER-POL DROIT, Humain. Une enquête philosophique sur ces révolutions qui changent nos vies, Flammarion, Paris 2012, p. 16

mercoledì 19 febbraio 2014

Sembra proprio un miracolo


«Sembra proprio un miracolo
che l'essere umano sia ancora circoscritto da contorni
e che non sia dilaniato dalle sue stesse possibilità».
(MAX PICARD, Die Flucht vor Gott, Eugen Rensch Verlag, Zürich 1934, p. 22,)

martedì 18 febbraio 2014

Non sono mai le circostanze esteriori, è sempre il sentimento interiore - depressione, insicurezza, o altro - che dà a queste circostanze un’apparenza triste o minacciosa.


LE MINACCE ESTERNE
Non sono mai le circostanze esteriori, 
è sempre il sentimento interiore - depressione, insicurezza, o altro - che dà a queste circostanze un’apparenza triste o minacciosa. 
Nel mio caso funziona sempre dall’interno verso l’esterno, mai viceversa. Di solito le disposizioni più minacciose - e ce ne sono parecchie, attualmente - vanno a schiantarsi contro la mia sicurezza e fiducia interiori, e una volta risolte dentro di me, perdono molto della loro carica paurosa.

lunedì 17 febbraio 2014

E credo che in futuro riuscirò anche a esprimere le cose difficili di questa vita con parole molto semplici


SEMPLICITÀ
Quante volte ho pregato, neppure un anno fa: 
Signore, ti prego, rendimi un po’ più semplice. 
E se quest’anno mi ha portato qualcosa, è stata proprio questa maggiore semplicità interiore. 
E credo che in futuro riuscirò anche a esprimere le cose difficili di questa vita con parole molto semplici. In futuro.

domenica 16 febbraio 2014

Il Vangelo è maestro di umanità, non ci permette di non pensare con la nostra testa, convoca la nostra co­scienza e la responsabilità del nostro agire, da non delegare a nessun legi­slatore


Il Vangelo non è un manuale di i­struzioni, con tutte le regole già pron­te per l'uso, già definite e da applica­re. Il Vangelo è maestro di umanità, non ci permette di non pensare con la nostra testa, convoca la nostra co­scienza e la responsabilità del nostro agire, da non delegare a nessun legi­slatore. Allora cerco di leggere più in profondità e vedo che Gesù porta a compimento la legge lungo due li­nee: la linea del cuore e la linea del­la persona.
- La linea del cuore. Fu detto: non uc­ciderai; ma io vi dico: chiunque si a­dira con il proprio fratello, cioè chiun­que alimenta dentro di sé rabbie e rancori, è già in cuor suo un omici­da. Gesù va alla sorgente, al labora­torio dove si forma ciò che poi uscirà all'esterno come parola e gesto: ri­torna al tuo cuore e guariscilo, poi po­trai curare tutta la vita. Va alla radi­ce che genera la morte o la vita: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1Gv 3, 15 ). Il disamore uccide. Non ama­re qualcuno è togliergli vita; non a­mare è per te un lento morire.
- La linea della persona: Se tu guardi una donna per desiderarla sei già a­dultero... Non dice: se tu, uomo, de­sideri una donna; se tu, donna, desi­deri un uomo. Non è il desiderio ad essere condannato, ma quel ' per', vale a dire quando tu ti adoperi con gesti e parole allo scopo di sedurre e possedere l'altro, quando trami per ridurlo a tuo oggetto, tu pecchi con­tro la grandezza e la bellezza di quel­la persona. È un peccato di adulterio nel senso originario del verbo adul­terare: tu alteri, falsifichi, manipoli, immiserisci la persona. Le rubi il so­gno di Dio, l'immagine di Dio.
Perché riduci a corpo anonimo, lui o lei che invece sono abisso e cielo, profondità e vertigine. Pecchi non tanto contro la morale, ma contro la persona, contro la nobiltà, l'unicità, il divino della persona. Lo scopo del­la legge morale non è altro che cu­stodire, coltivare, far fiorire l'umanità dell'uomo. A questo fine Gesù pro­pone un unico salto di qualità: il ri­torno al cuore e alla persona. Allora il Vangelo è facile, umanissimo, feli­ce, anche quando dice parole che danno le vertigini. Non aggiunge fa­tica, non cerca eroi, ma uomini e donne veri
Ermes Ronchi