sabato 26 ottobre 2013

vorresti poter cancellare dal calendario dei ricordi,


“Ci sono dei giorni “stronzi”
da incubo
che vorresti poter cancellare dal calendario dei ricordi,
strapparli dalle pagine della tua vita.
Sono quei maledetti giorni che ti hanno tolto il respiro,
fracassato la tua anima e fatto a pezzo i tuoi sogni…
e per quanto la tua anima urli pietà,
la pietà non ti viene concessa.
I ricordi si prendono possesso di te,
come un’ombra ti seguono rendendo la tua giornata un inferno.”
(Silvana Stremiz)

venerdì 25 ottobre 2013

Com’è stupido il cuore ascolta sempre quello che vuole non vede né sente l’evidente

Ora ti guardo con gli occhi della verità
Vedo tutto senza false illusioni
Ho preso il treno sbagliato
ancora un viaggio nel ridicolo
a farmi incantare da belle parole
Regina per un attimo di mille illusioni.
Com’è stupido il cuore
ascolta sempre quello che vuole
non vede né sente l’evidente
Quando è in preda alla passione
il nero appare bianco
il mare è senza sale
e il cielo senza nuvole
anche quando piove.
Ma poi…
arriva sempre l’ora della verità
si scatena come il vento della tempesta
s’innalza l’onda col sapore del sale
il bianco si tinge di nero
e Dio quanto fa male mentre
il cielo si riempie di nuvole
e scende lentamente quella lacrima amara
che si chiama consapevolezza.
(Silvana Stremiz)

giovedì 24 ottobre 2013

Sembra prendersi gioco di noi, con il suo dare e il suo togliere


È strana la vita,
estremamente eccitante e misteriosa,
bastarda e intrigante fino all’ultimo respiro.
Sembra prendersi gioco di noi,
con il suo dare e il suo togliere;
con quei sogni che ci dona e che poi uccide
mentre prendono il volo;
con quelle giornate tipicamente apatiche,
senza nulla,
poi all’improvviso accade di tutto,
rendendola magica,
facendoci esclamare
“ma che meraviglioso viaggio che è sta vita”.

(Silvana Stremiz)

mercoledì 23 ottobre 2013

a ricordare che ci si può far male, che esistono i bastardi.


Le cicatrici servono.
Servono a ricordare che ci si può far male,
che esistono i bastardi.
Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato.
L’unico in grado di farci del male davvero.
Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice.
Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita.
Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili,
a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore,
fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo,
fra noi e le bugie, fra noi e la verità,
fra noi e la nostra anima.
Le cicatrici sono bastarde,
sanguinano all’improvviso
e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”,
ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore.
A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.
(Silvana Stremiz)

martedì 22 ottobre 2013

le storie che la bocca non riesce a raccontare abbastanza in fretta

Mi piace vedere la gente che si corre incontro,
mi piacciono i baci e i pianti,
amo l’impazienza,
le storie che la bocca non riesce a raccontare abbastanza in fretta,
le orecchie che non sono abbastanza grandi,
gli occhi che non abbracciano tutto il cambiamento,
mi piacciono gli abbracci,
la ricomposizione,
la fine della mancanza di qualcuno.
(Jonathan Safran Foer)

lunedì 21 ottobre 2013

parla per me, silenzio, ch’io non posso


Oggi non era giorno di parole,
con mire di poesie o di discorsi,
né c’era strada che fosse nostra.
A definirci bastava solo un atto,
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, ch’io non posso.
( José Saramago)

domenica 20 ottobre 2013

ascoltare oltre al “sentire”


A te auguro un amico sincero.
Un abbraccio per ogni dispiacere.
Un sorriso per ogni lacrima.
Il sollievo ad ogni dolore.
Un sogno per ogni delusione
e momenti di consolazione.
Di sapere combattere con dignità.
Di non arrenderti alla prima avversità.
Di trovare nel buio della vita
una luce accesa.
Di saper ascoltare oltre al “sentire”
Di saper guardare oltre al “vedere”
Di trovare nella disperazione
la forza di continuare.
Stringendo i denti voltando pagina,
il coraggio di volare.
Ti auguro di saper cogliere
le piccole cose
di saperle vivere
di farlo intensamente.
Silvana Stremiz