sabato 5 gennaio 2013

sapere in che modo toccheremo oggi la vita di qualche persona

QUANDO CREDEVI CHE IO NON STESSI GUARDANDO

Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista attaccare il mio primo disegno sul frigo
e subito ho voluto farne un altro.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista dar da mangiare a un gatto randagio,
e ho imparato che è bene essere buoni con gli animali.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista preparare per me il mio dolce favorito,
e ho imparato che le cose piccole possono essere cose speciali nella vita.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista cucinare un pranzo e portarlo a un amico ammalato,
e ho imparato che dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista curare la nostra casa e quelli che vi abitano,
e ho imparato che bisogna prendersi cura di ciò che abbiamo ricevuto.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista affrontare le tue responsabilità anche se non ti sentivi bene,
e ho imparato che dovrò essere responsabile quando sarò grande.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ho visto sgorgare lacrime dai tuoi occhi,
e ho imparato che certe cose a volte fanno soffrire, ma che piangere va bene.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ho visto che eri preoccupata,
e ho voluto essere tutto ciò che potrei essere.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ho imparato la maggior parte delle lezioni di vita che dovrò sapere
per essere una persona buona e utile quando crescerò.

Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho guardata e volevo dire: «Grazie di tutto quello che ho visto
quando credevi che io non stessi guardando».

Ognuno di noi (genitori, nonni, zie, zii, maestri, amici) influisce sulla vita di un bambino.
E la cosa importante è sapere in che modo toccheremo oggi la vita di qualche persona.
Viviamo semplicemente. Amiamo generosamente. Curiamo seriamente. Parliamo gentilmente.

(dalla Strenna 2013 di don Pascual Chavez)

venerdì 4 gennaio 2013

Ogni insegnamento è condensato in queste due parole.


Nel libro di Tayu Manava si impara che il suo maestro  gli aveva detto soltanto:" Sta tranquillo ". Ogni insegnamento è condensato in queste due parole.
Noi amiamo parlare, e la parola è la cosa più facile da frenare.
Le Scritture ci richiedono la gestione di noi stessi; il controllo del mentale.
La prima disciplina insegnata dai maestri come Tayu Manava per acquistare la padronanza della mente è di controllare le parole.  Spinti dall'ego, noi sentiamo il desiderio di parlare.
Parlare della nostra vita, parlare di ciò che oggi stiamo facendo, e di ciò che faremo domani.
Sempre "io", "io". Oppure, ci occupiamo dei difetti  altrui. Il ciarlare, lo stabilire la propria superiorità: tutti questi pensieri sono nefasti per la vita spirituale.
Innanzitutto, bisogna apprendere a guidare le proprie parole. Ecco, la ragione per cui il silenzio viene considerato come una  grande disciplina spirituale.

giovedì 3 gennaio 2013

ricordati del bene prezioso che rappresenta per sanare.


La parola, una risorsa umana che va curata e alimentata, nel senso dell’I care di don Lorenzo Milani e della sua scuola di Barbiana per sostenerla, contenerla, porgerla, offrirla, ascoltarla: “Bisogna dedicarsi all’ascolto. Pippo mio, tu sei una persona di ascolto. Oggi c’è bisogno di te. Anche qui, tra noi, in questo luogo. C’é bisogno di te … Ma ricordati della bellezza della parola data e ricevuta e ricordati del bene prezioso che rappresenta per sanare. La parola cura e sana”

mercoledì 2 gennaio 2013

un soffio vitale, assolutamente necessario e insostituibile in una società


Ogni famiglia, dunque, racchiude in sé una  meravigliosa possibilità di bene: può veramente donare un’anima a questa nostra società,  a questo nostro tempo. La vitalità della famiglia, l’intensità delle sue relazioni, la sua capacità di amare, di educare, di accogliere, di perdonare, di dare fiducia  all'altro, costituiscono un soffio vitale, assolutamente necessario e insostituibile in una società che sempre più invoca relazioni autentiche, ispirate alla verità e all'amore, alla dignità e bellezza di ogni persona, al bisogno di ricercare sopra ogni cosa il bene dell'altro.
Card. Tettamanzi, “Famiglia diventa anima del mondo”

martedì 1 gennaio 2013

Se non respiriamo più in cielo, soffochiamo nel nulla


Abbiamo di fronte 365 giorni, respiriamoli nel Tutto così non soffocheremo nel nulla.
Se Dio non si  trova nelle nostre storie d’amore, allora le nostre storie sbiadiscono,si sgretolano e crollano. Non è essenziale che Dio venga nominato. Come non è indispensabile che il suo nome
Sia conosciuto a coloro che si amano: basta che queste persone si siano incontrate in cielo, su questa terra. Se non respiriamo più in cielo, soffochiamo nel nulla.
                                                                   (Christian Bobin, Resuscitare, Gribaudi)

lunedì 31 dicembre 2012

un fiore purtroppo raro oggi


L'ultimo giorno dell'anno: l'ora dei bilanci, l'ora dei propositi, ma soprattutto l'ora dell'azione di grazie, il giorno della gratitudine, un fiore purtroppo raro oggi, come malinconicamente è stato scritto:
E' tipico dell'uomo
scrivere i benefici ricevuti sull'acqua
e scolpire i torti subiti sulla pietra.
Ecco allora la mia preghiera di ringraziamento
antica e nuova insieme:
Ti adoro mio Dio
ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano,
conservato in questo anno.

domenica 30 dicembre 2012

una grande esperienza


Quando penso a certe esperienze vostre le rivedo fotografate nel mio cuore come nel resoconto qui riportato una “goccia di giustizia in mezzo al mare di Oreno” da Andrea Benetti
...arrivati a destinazione abbiamo iniziato subito la veglia con un momento di preghiera nella Basilica, con la lettura di un brano del Vangelo di Giovanni, in cui si narra della chiamata di Simon Pietro presso il mare di Tiberìade, in particolare il gettarsi di Pietro nel mare: infatti, solo accettando di attraversare personalmente la nostra pochezza e il nostro peccato, solo condividendo la compassione, caratteristica del Signore della vita, possiamo diventare uomini e donne autentici.
Dopo la parte insieme di preghiera ognuno di noi aveva tre possibilità diverse per “alimentare il fuoco della festa” suscitato in noi dallo Spirito:
1. “La brace dell’Eucarestia” adorazione silenziosa con la possibilità di scrivere una preghiera;
2. “La brace del perdono” opportunità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione;
3. “La brace del dialogo e del confronto” occasione di dialogare, di confrontarsi, di porre domande
ad un seminarista.
Tutto questo in un imponente edificio in un clima di concentrazione e raccoglimento, lontano dal frastuono della città.   Una grande serata e una grande esperienza.