sabato 29 dicembre 2012

imparare a non essere né arrogante né fanatico


La distinzione tra credenti e non credenti come linea di separazione tra uomini è talvolta – dobbiamo confessarlo – molto comoda perché scaccia dal credente il problema dell’incredulità che lo attraversa e lo abita. E’ difficile riconoscere che molte domande dell’ateo, del non credente non sono estranee al cuore del credente, è difficile riconoscere e accettare che l’ateismo, la non fede è al cuore della fede come la negazione è al cuore dell’affermazione. Forse molte reazioni di intolleranza dei credenti sono proprio dovute al rifiuto di una tensione interiore, sono dei tentativi di disinnescare il confronto minaccioso che li abita. Dall’incredulità il credente dovrebbe imparare a non essere né arrogante né fanatico, dovrebbe imparare ad accogliere l’enigma come una dimensione che lo costituisce, accettare la ferita bruciante che è il lui e la sua debolezza e la sua fragilità che non sono una vergogna.  Enzo Bianchi

venerdì 28 dicembre 2012

prendersi cura dell’immagine divina deformata nei volti dei fratelli e sorelle,


Lo sguardo fisso sul volto del Signore non attenua, nell’apostolo, l’impegno per l’uomo; al contrario, lo potenzia, dilatandolo di una nuova capacità d’incidere nella storia, per liberarla da quanto la deturpa. La ricerca della divina bellezza spinge… a prendersi cura dell’immagine divina deformata nei volti dei fratelli e sorelle, volti sfigurati dalla fame, volti delusi da promesse politiche, volti umiliati di chi vede disprezzata la propria cultura, volti spaventati dalla violenza quotidiana e indiscriminata, volti angustiati di minorenni, volti di donne offese e umiliate, volti stanchi di migranti senza degna accoglienza, volti di anziani senza le minime condizioni per una vita degna (CELAM 1992) – Vita consacrata 75

giovedì 27 dicembre 2012

Quando tu vivi il momento presente non è duro.


Stavo rimpiangendo il passato e preoccupandomi per il futuro. Subito il mio Dio cominciò a parlare:
"Il mio nome è IO SONO".
Tacque.
Io attesi.
Egli continuò.
"Quando tu vivi nel passato con i suoi errori e rimpianti, è duro. Io non sono là. Il mio nome non è IO ERO.  Quando tu vivi nel futuro, con i suoi problemi e paure,è duro. Io non sono là. Il mio nome non è IO SARÒ” Quando tu vivi il momento presente non è duro. Io sono qui. Il mio nome è IO SONO".
                                                                                                             (Helen Mallicoat)

mercoledì 26 dicembre 2012

Perciò è un sacramento.


Questo amore non esiste perché non osiamo crederci, perché esiste solo nella Bibbia o nei romanzi. Perciò è un sacramento. Il sacramento non protegge, espone.Non esprime la rinuncia più o meno tacita al grande amore: al contrario, esige l’amore folle. Indica semplicemente che un tale amore si esporrà non alla società, alle sue regole, alla sua misura, ma a Dio. Si esporrà a lui come ci si espone al sole, per lasciarsi crescere, senza evitare le scottature, per guadagnarne in dismisura.
Il sacramento espone a Dio: fa immergere in un amore infinito che non si sostituisce a quello che
tentiamo di vivere. E’ il segno di chi arde e respira. Di chi respira la preghiera dell’amore, il suo
afflato, la sua santità. Una preghiera rara.   (Christine Cayol, Sono cattolica e sto male, Servitium)

martedì 25 dicembre 2012

la passione, l’attrazione, la seduzione nascono dalla bellezza


La vita non avanza per ingiunzioni ma per seduzioni. E la passione, l’attrazione, la seduzione nascono dalla bellezza. La passione per Dio nasce dall’aver scoperto la bellezza di Cristo. Dio non ci attira perché onnipotente, non ci seduce perché onnisciente: per queste cose lo si può anche ammirare, perfino obbedire, ma non amare. Dio ci seduce con la vita bella di Cristo. Perché preferisce essere amato che obbedito.     (Ermes Ronchi, Tu sei bellezza)

lunedì 24 dicembre 2012

per tradire più comodamente il loro dovere, vi diranno: non serve a nulla.


Tutto sarà salvato se sapete amare. Non un giorno, di passaggio, ma intensamente, per lungo tempo e per tutti i giorni, sempre.  Non scoraggiatevi, non rinunciate, non desistete, non ascoltate i vili che, per tradire più comodamente il loro dovere, vi diranno: non serve a nulla.
Ridete in faccia agli scettici,ai prudenti, ai maligni, a coloro che vanno in pensione sin da quando sono ancora in fasce. Applaudite o denunciate, ammirate o indignatevi, ma non siate neutrali, indifferenti, passivi, rassegnati. Fate della vostra vita qualche cosa che vale. Tutto l’amore seminato, presto o tardi, fiorirà...    (Raoul Follereau)

domenica 23 dicembre 2012

Ermanno Olmi


Per ritrovare l’umanità perduta occorre tornare ad amare. Tutto qui. So che chi parla così è visto come ‘sentimentale, superato, utopico, religioso’. Chi dice che occorre amare, poverino, è un sentimentale, oppure un superato perché ci vuole altro nella vita che l’amore, oppure un utopico: sarebbe bello che ci volessimo bene come a Natale!
Oppure un religioso: per forza, è un prete e deve dire di volersi bene, se no che prete è, che cristiano è…! Ma sì, dite quello che volete! c, le loro ingenuità, viste al di fuori del loro incanto meraviglioso; gli innamorati saranno ridicoli, patetici, ma sono felici!         (Ermanno Olmi, regista)