"Possa, il Signore Gesù, toccare i nostri occhi,
per renderci capaci di guardare non ciò che si vede,
ma quello che non si vede!
Possa aprirli, questi occhi,
perché contemplino non il presente,
ma l’avvenire,
e possa donarci gli occhi del cuore,
con cui possiamo vedere Dio, attraverso lo Spirito!"».
Origene
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
sabato 22 settembre 2012
venerdì 21 settembre 2012
disponi, secondo la tua piena volontà
Considero con molto affetto
quanto Dio nostro Signore ha fatto per me
e quanto mi ha dato di quello che ha;
poi ancora quanto egli desidera darsi a me,
in tutto quello che può.
Quindi rifletto su me stesso,
considerando che cosa è ragionevole e giusto
che io, da parte mia,
offra e doni alla sua divina Maestà,
cioè tutte le mie cose e me stesso con esse,
come chi offre con molto amore e dice…
quanto Dio nostro Signore ha fatto per me
e quanto mi ha dato di quello che ha;
poi ancora quanto egli desidera darsi a me,
in tutto quello che può.
Quindi rifletto su me stesso,
considerando che cosa è ragionevole e giusto
che io, da parte mia,
offra e doni alla sua divina Maestà,
cioè tutte le mie cose e me stesso con esse,
come chi offre con molto amore e dice…
Prendi, o Signore, e accetta
tutta la mia libertà, la mia memoria,
la mia intelligenza, la mia volontà,
tutto quello che ho e possiedo.
Tu me lo hai dato;
a te, Signore, lo ridono.
Tutto è tuo:
di tutto disponi,
secondo la tua piena volontà.
Dammi solo il tuo amore e la tua grazia,
e questo solo mi basta!
tutta la mia libertà, la mia memoria,
la mia intelligenza, la mia volontà,
tutto quello che ho e possiedo.
Tu me lo hai dato;
a te, Signore, lo ridono.
Tutto è tuo:
di tutto disponi,
secondo la tua piena volontà.
Dammi solo il tuo amore e la tua grazia,
e questo solo mi basta!
S. IGNAZIO DI LOYOLA
giovedì 20 settembre 2012
la certezza della strada che tu ci proponi
Gesù, nostra via,
fa' che camminiamo
per i tuoi sentieri,
per quelli che tu hai previsto
per noi.
fa' che camminiamo
per i tuoi sentieri,
per quelli che tu hai previsto
per noi.
Gesù, nostra verità,
fa' che ti possiamo conoscere
e avere la certezza della strada
che tu ci proponi.
fa' che ti possiamo conoscere
e avere la certezza della strada
che tu ci proponi.
Gesù, nostra vita,
fa' che troviamo in te la pienezza
di ciò che tu ci prepari
in questa vita e per l'eternità.
Carlo Maria Martini
fa' che troviamo in te la pienezza
di ciò che tu ci prepari
in questa vita e per l'eternità.
Carlo Maria Martini
mercoledì 19 settembre 2012
quella consolazione profonda, che ci permette di amare
Tu, o Maria,
sei Madre del dolore.
Tu sei colei che non cessa di amare Dio,
nonostante la sua apparente assenza,
e in Lui non si stanca di amare i suoi figli,
custodendoli nel silenzio dell’attesa.
Nel tuo Sabato Santo, o Maria,
sei l’icona della Chiesa dell’amore,
sostenuta dalla fede più forte della morte,
e viva nella carità
che supera ogni abbandono.
O Maria,
ottienici quella consolazione profonda,
che ci permette di amare
anche nella notte della fede e della speranza,
e quando ci sembra di non vedere
neppure più il volto del fratello!
Donaci quell’intima consolazione della vita,
che accetta di pagare volentieri,
in unione col cuore di Cristo,
questo prezzo della salvezza.
Fa’ che il nostro piccolo seme
accetti di morire,
per portare molto frutto!
Amen!
sei Madre del dolore.
Tu sei colei che non cessa di amare Dio,
nonostante la sua apparente assenza,
e in Lui non si stanca di amare i suoi figli,
custodendoli nel silenzio dell’attesa.
Nel tuo Sabato Santo, o Maria,
sei l’icona della Chiesa dell’amore,
sostenuta dalla fede più forte della morte,
e viva nella carità
che supera ogni abbandono.
O Maria,
ottienici quella consolazione profonda,
che ci permette di amare
anche nella notte della fede e della speranza,
e quando ci sembra di non vedere
neppure più il volto del fratello!
Donaci quell’intima consolazione della vita,
che accetta di pagare volentieri,
in unione col cuore di Cristo,
questo prezzo della salvezza.
Fa’ che il nostro piccolo seme
accetti di morire,
per portare molto frutto!
Amen!
Carlo Maria Martini
martedì 18 settembre 2012
Dovremmo essere tristi, perché non sei più con noi. Eppure ci sentiamo felici
Signore Gesù,
grazie perché ti sei fatto riconoscere
nello spezzare il pane!
Ci hai incrociati poche ore fa,
su questa stessa strada, stanchi e delusi.
Non ci hai abbandonati a noi stessi e alla nostra disperazione.
Hai camminato con noi, come un amico paziente.
Hai suggellato l’amicizia, spezzando con noi il pane:
hai acceso il nostro cuore, perché riconoscessimo in te
il Messia, il Salvatore di tutti.
Così facendo, sei entrato in noi.
Mentre ora stiamo ritornando dai nostri fratelli,
e il fiato quasi ci manca,
per l’ansia di arrivare presto,
il cuore ci batte forte, per un motivo più profondo.
Dovremmo essere tristi, perché non sei più con noi.
Eppure ci sentiamo felici.
La nostra gioia,
e il nostro ritorno frettoloso a Gerusalemme,
esprimono la certezza che tu ormai sei con noi.
Resta con noi sempre, Signore,
e alimenta continuamente
il nostro immenso desiderio di te!
grazie perché ti sei fatto riconoscere
nello spezzare il pane!
Ci hai incrociati poche ore fa,
su questa stessa strada, stanchi e delusi.
Non ci hai abbandonati a noi stessi e alla nostra disperazione.
Hai camminato con noi, come un amico paziente.
Hai suggellato l’amicizia, spezzando con noi il pane:
hai acceso il nostro cuore, perché riconoscessimo in te
il Messia, il Salvatore di tutti.
Così facendo, sei entrato in noi.
Mentre ora stiamo ritornando dai nostri fratelli,
e il fiato quasi ci manca,
per l’ansia di arrivare presto,
il cuore ci batte forte, per un motivo più profondo.
Dovremmo essere tristi, perché non sei più con noi.
Eppure ci sentiamo felici.
La nostra gioia,
e il nostro ritorno frettoloso a Gerusalemme,
esprimono la certezza che tu ormai sei con noi.
Resta con noi sempre, Signore,
e alimenta continuamente
il nostro immenso desiderio di te!
Carlo Maria Martini
lunedì 17 settembre 2012
Le creature del mondo sono tutti fiori chiusi
Amare i poveri (ma voi togliete la parola poveri... gli altri) vuol dire amare la singola persona così com’è, starle davanti, starle accanto, ascoltarla, cercare di capirla nelle sue pieghe, aiutarla a tirare fuori tutto ciò che ha di bello, di grande, perché tutti gli uomini sono infinitamente belli dentro e allo stesso tempo fanno orrore. Tu, amando, fai tirar fuori tutto ciò che di bello e di grande c’è in lui. Le creature del mondo sono tutti fiori chiusi: il problema è che da soli non fioriranno mai... Di giardinieri per le masse dei poveri non se ne trovano se non rarissimi, viaggiando per tutte le contrade del mondo, dove chissà quanti vivono e muoiono come se non fossero mai nati... le creature al mondo: quante bellezze oscurate, quante infangate, quante totalmente nascoste da un di dietro brutto o comunque rozzo o senza forma... è la storia vera del ‘fiore della mia vita’. A me ha aiutato molto la consapevolezza del fatto che ogni uomo è questo fiore e che gli altri uomini gli possono impedire di sbocciare e viceversa se vogliono è così facile aiutarlo a sbocciare. (Annalena Tonelli, Incontro con i giovani, Forlì 1988)
domenica 16 settembre 2012
è il grande segreto della vita mistica
Credo sempre più al vangelo nella sua semplicità e capisco la preoccupazione con cui Gesù parlava ai suoi intimi: «Se non diverrete come bambini non entrerete nel regno dei cieli». Diventare bambini non è una cosa facile per degli uomini minati dall’orgoglio come noi. Ed è per questo che Gesù ci ha duramente avvertiti: «Non entrerete!». So che non sarò creduto, ma non dubito di affermare che un inizio serio di vita spirituale incomincia quando l’uomo fa un autentico atto di umiltà, e sovente la propedeutica alla fede per la maggior parte degli uomini, o la maturazione di essa per altri, è bloccata, avvelenata, torturata, prolungata all’infinito dall’incapacità di divenire bambini e di buttarsi nelle braccia del mistero di Dio con un’anima di fanciullo… Sì, farsi piccoli, più piccoli ancora, il più piccoli possibile: è il grande segreto della vita mistica. E quando ci si è ridotti a un punto, senza più consistenza se non quella dell’anima che guarda, o dei cuore che ama, abituarsi a rovesciare la posizione, l’eterna posizione dell’orgoglio, la difficile posizione dell’io che si crede sempre centro dell’universo.
(C. CARRETTO, Al di là delle cose, Assisi 199825).
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