sabato 27 ottobre 2012

per tutto questo e molto altro…


Il senso delle azioni.
La  vita fin qui è stata un’infinita, continua ricerca di senso. E non per vezzo o pretesa di superiorità, ma solamente per assaporare l’idea che non è inutile questo tempo, che la vita non è solo un attraversamento veloce e sempre uguale, ma qualcosa in più, qualcosa che abbia un senso.
Il senso delle relazioni.
La comprensione dei rapporti umani, della loro complessità. La possibilità di trovare negli altri quello che a me manca, ciò che mi arricchisce e mi determina semplicemente perché non mio, perché non m’appartiene.
Per non svegliarmi paonazza nella notte e capire di non avere nessuno da guardare e con cui condividere anche il silenzio,
per non trovare di fronte ad uno specchio l’immagine sbiadita di una incerta umanità,
per non decidere che forse non c’era strada da percorrere, per tutto questo e molto altro…
per ogni domanda a cui so di non poter dare risposta alcuna,
perché non conosco altro che questa precarietà,
nient’altro che il respiro corto e i pensieri stanchi, nient’altro che gli istanti prigionieri di un presente affannato…
per tutto questo e molto altro…
il senso delle azioni.

venerdì 26 ottobre 2012

devi solo prendere coscienza di te stesso


La tua forza è l'autenticità. Non sforzarti di essere ciò che non sei, ma lotta per rimanere ciò che sei. Tu non devi cercare niente, hai già tutto; fidati, devi solo prendere coscienza di te stesso. Credici di più, prova ad avere un po' più di autostima. Non devi cercare un linguaggio nuovo, bensì imparare ad ascoltare quello che già possiedi. Difendi la tua spontaneità e nel frattempo otterrai anche la naturalezza che si acquisisce nel tempo con la fiducia in se stessi. Ricordati che Vivere è l'arte di diventare ciò che si è già.
Fabio Volo

giovedì 25 ottobre 2012

ti metterai a ridere di te stesso


"Sono le preoccupazioni che impediscono ai più grandi doni dell’esistenza di raggiungerti. Una mente preoccupata continua a proiettare la sua preoccupazione su qualsiasi cosa.
Quasi tutti sono preoccupati, anche solo per delle banalità. Se osservi attentamente queste preoccupazioni, ti metterai a ridere di te stesso, di che razza di sciocchezze si agitano dentro di te e creano tremendi ostacoli. E così ti basta guardare quali sono le tue preoccupazioni e lasciarle perdere.
È possibile svuotare la mente dalle tue preoccupazioni. Tu l’hai riempita, puoi anche svuotarla."
Osho

mercoledì 24 ottobre 2012

"Io sono perché noi siamo"

Un antropologo propose un gioco ad alcuni bambini di una tribù africana. Mise un cesto di frutta vicino ad un albero e disse ai bambini che chi sarebbe arrivato prima avrebbe vinto tutta la frutta. Quando gli fu dato il segnale per partire,...tutti i bambini si presero per mano e si misero a correre insieme, dopodiché, una volta preso il cesto, si sedettero e si godettero insieme il premio. Quando fu chiesto ai bambini perché avessero voluto correre insieme, visto che uno solo avrebbe potuto prendersi tutta la frutta, risposero "UBUNTU", come potrebbe uno essere felice se tutti gli altri sono tristi?" UBUNTU nella cultura africana sub-sahariana vuol dire: "Io sono perché noi siamo".

martedì 23 ottobre 2012

il tratto essenziale del pensiero contemporaneo è il nichilismo

 Dopo quattro anni di studio, tanti ne ha impiegati per prepararsi a scrivere questo libro, il cardinale Camillo Ruini non ha cambiato idea: il tratto essenziale del pensiero contemporaneo è il nichilismo. Scrive a pagina 259 del suo Intervista su Dio. Le parole della fede, il cammino della ragione (Mondadori, 300 pagine, euro 18.50): «Sono cadute le grandi ideologie politiche e in genere i cosiddetti "assoluti terreni". Questa caduta è stata a volte interpretata come uno spazio aperto per il ritorno dell’assoluto autentico e trascendente, cioè di Dio. Nei fatti, però, assai più che a un ritorno di Dio, abbiamo assistito a una specie di disincanto universale, espresso appunto dal relativismo e soprattutto dal nichilismo». La manifestazione pratica ed esistenziale del nichilismo per Ruini consiste nella «riduzione dei nostri desideri». Il Cardinale descrive un paradosso: i nostri desideri, osserva, «sembrano moltiplicarsi quantitativamente e anche qualitativamente, estendendosi ai cosiddetti beni immateriali, ma in realtà rimangono a livello di ciò che si ritiene realizzabile con le nostre forze», in realtà accantoniamo «quel desiderio o anelito di pienezza profondamente presente dentro di noi». L’ipertrofia dei desideri annulla il desiderio.
Camillo Ruini
a cura di Andrea Galli
Intervista su Dio, Le parole della fede, il cammino della ragione

lunedì 22 ottobre 2012

Per amore di Dio, rispondetemi: Dove sono...

Dom Helder era un poeta. 
Lo era di giorno e di notte. 
Parlava come parlano i poeti e nelle veglie prendeva carta e penna e lasciava scorrere i suoi versi. Idee, folgorazioni, richiami divini, quasi sempre umani. Cercava sempre qualcuno, chiedeva a tutti e aspettava le risposte alla sete di conoscenza che saliva come un canto dagli anfratti dell’uomo, di qualunque uomo: 
“Per amore di Dio, rispondetemi:
 Dove sono i bambini 
per raccontarmi i loro giochi,  
i poeti 
per raccontarmi i loro sogni, 
i pazzi 
per raccontarmi le loro sofferenze, 
e i felici e gli infelici 
i santi e i peccatori 
i bambini e i vecchi 
i morti e i vivi 
i credenti e gli increduli 
gli uomini e gli angeli 
gli animali e le piante 
le creature tutte 
di tutti i mondi?”

Nello scrivere il titolo del post mi sto il "sono" ha come soggetto io o gli altri.  La poesia mi dice che gli altri che mi parlano sono le coordinate del mio vivere.

domenica 21 ottobre 2012

necessità pastorali urgenti

Se c’è qualcosa che mi irrita quando visito una città e le sue chiese, in Italia o altrove, è la prassi ormai invalsa del ritrovarsi dinanzi a una porta chiusa, magari con l’avvertenza in caso di "necessità pastorali urgenti" di rivolgersi ai numeri di telefono lì indicati. Le chiese, poi, magari saranno aperte al pomeriggio, e – storiche o meno che siano – offriranno i servizi minimi consueti: rosario e messa. Il che fa capire come la comunità che vi abita è essenzialmente retta da unaleadership chiericale, numericamente ridotta e senza il dono dell’ubiquità, sicché in sua assenza tutto si ferma. La chiesa funzionerà a pieno ritmo – si fa per dire – solo nelle ore in cui il presbitero si renderà disponibile. (Cettina Militello)