sabato 1 settembre 2012

Se voi leggete il Vangelo di Marco vi accorgete che è poca cosa


Diceva Arturo Paoli, piccolo fratello di Gesù, anche lui uno, che vive dentro un'umanità dolente:
"Pensate alla materialità del Vangelo, alla quotidianità del Vangelo, vorrei dir quasi alla piccolezza del Vangelo, e pensate invece all'aspetto teologico, alle grandi elucubrazioni, alle biblioteche che noi abbiamo riempito! È nato un cristianesimo lontanissimo dalla semplicità, dalla quotidianità, lasciatemelo dire, dal materialismo del Vangelo, che è così carnale, così presente all'uomo, così prossimo alle sue malattie, alle sue difficoltà, alle sue tragedie, ai drammi, al dramma della donna che corre intorno a Gesù e che ha lasciato a casa una figliola che sta male, che corre, corre, corre a Gesù per vedere, per trovare in lui una parola di salvezza, una parola di consolazione. Tutto questo nella nostra pratica religiosa, nel nostro catechismo, non c'è. Se voi leggete il Vangelo di Marco vi accorgete che è poca cosa, che è semplice, si riduce a poche parole e pensate che il Vangelo di Marco è diventato la radice del catechismo cattolico di oltre settecento pagine. Questo vi dà l'immagine della sproporzione...".

venerdì 31 agosto 2012

Basilio di Cesarea

Scrive Basilio di Cesarea nel IV secolo d.C. (329-379): «Il salmo è tranquillità dell’anima, arbitro di pace, allontana il tumultuare e l’ondeggiare dei pensieri. Reprime infatti l’ira dell’animo, corregge e modera la sfrenatezza. Il salmo concilia l’amicizia, riconcilia coloro che sono separati, dirime le inimicizie. Chi infatti può ancora ritenere come nemico colui col quale ha elevato a Dio un unico, comune canto? Così la salmodia procura anche il massimo dei beni, l’amore, in quanto introduce l’uso del canto comune, come una specie di vincolo di concordia, e in quanto fonde armoniosamente la moltitudine nella sinfonia di un solo coro. Il salmo fuga i demoni, richiama l’aiuto degli angeli. È scudo nei timori notturni, è pausa nelle fatiche diurne; è sicurezza dei fanciulli, ornamento di coloro che sono nel fiore dell’età, consolazione ai vecchi... È la base per coloro che muovono i primi passi sulla via della perfezione, incremento di coloro che progrediscono in questo cammino, sostegno di coloro che giungono alla meta» (testo in S. Rinaudo, I salmi preghiera di Cristo e della chiesa, Elle Di Ci, Torino 1966, p.VII).

giovedì 30 agosto 2012

non fugge, e nemmeno vola


Ho paura,  e non so di che: non di quello che mi viene incontro, no, perché in quello spero e confido. Del tempo ho paura, del tempo che fugge così in fretta. Fugge? No, non fugge, e nemmeno vola: scivola, dilegua, scompare, come la rena che dal pugno chiuso filtra giù attraverso le dita, e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto. Ma, come della rena restano, nelle rughe della pelle, dei granelli sparsi, così anche del tempo che passa resta a noi la traccia”
Antonia Pozzi,   Natale del 1926

mercoledì 29 agosto 2012

la terra scura e fertile


C'è anche il silenzio. 
Il silenzio, per sua definizione, è ciò che non si ode. Il silenzio ascolta, analizza, osserva, pondera e valuta. 
Il silenzio è fecondo. 
Il silenzio è la terra scura e fertile, l'humus dell'essere, la muta melodia sotto la luce solare. 
Su di esso cadono le parole. 
Tutte le parole.
Parole buone e parole cattive. Il grano e la zizzania. 
Però solo il grano dà il pane.  
Josè Saramago

martedì 28 agosto 2012

Ogni tanto però fa bene sentirsi un po’ “spaesati”

Dice Galimberti, 
La vicenda umana è lacerata tra l'ordinato incedere della ragione che consente di abitare un mondo a tutti comune dove è possibile la comunicazione, e l'insorgenza dell'irrazionale che spezza quel mondo, disarticola la comunicazione e dissolve i confini del paesaggio nel senza-confini dello spaesamento”.
Ogni tanto però fa bene sentirsi un po’ “spaesati”, senza confini, da questo spaesamento possiamo magari tracciare altre linee, trovare altre altre direzioni, altri sensi oppure possiamo lasciarci andare in quello stesso “spaesamento” che si sente quando ci immergiamo nel buio del cielo stellato, senza cercare costellazioni  oreintamenti. E ascoltare il rumore della notte.
Lo ascolto il rumore della notte e ti penso, caro fratello. E' quasi un anno che sei mancato ed oggi la notte mi sembra più buia e il giorno più vuoto. http://pensareinunaltraluce.blogspot.it/

lunedì 27 agosto 2012

rende appunto il "noi" problematico, forse impossibile

Stranamente, lo straniero ci abita: è la faccia nascosta della nostra identità, lo spazio che rovina la nostra dimora, il tempo in cui sprofondano l'intesa e la simpatia. Riconoscendolo in noi ci risparmiamo di detestarlo in lui. Sintomo che rende appunto il "noi" problematico, forse impossibile, lo straniero comincia quando sorge la coscienza della mia differenza e finisce quando ci riconosciamo tutti stranieri, ribelli ai legami e alle comunità”.Nadine Gordimer 

domenica 26 agosto 2012

a essere fredda, a toccare senza toccare, a guardare senza guardare, a sfiorare senza sfiorare

Le persone controllate sono sempre ansiose, perché in profondità si cela ancora il tormento. Se sei privo di controllo, se sei fluido e vivo, non sei nervoso. È impossibile: qualsiasi cosa accade, accade. Non ti aspetti niente dal futuro, non stai recitando un ruolo. La gente ha imparato a essere fredda, a toccare senza toccare, a guardare senza guardare, a sfiorare senza sfiorare. Si vive di cliché: "Ciao, come stai?". Nessuno vuole dire niente dicendolo, queste parole servono solo a evitare l'incontro autentico tra due persone. La gente non si guarda negli occhi, non si tiene per mano, non cerca di sentire l'energia dell'altro. Non si permette di scorrere liberamente. Tira avanti in qualche modo, piena di paura, fredda e smorta, dentro una camicia di forza. In latino c'è un detto: "Agere sequitur esse", il fare segue l'essere. Non cercare di cambiare le tue azioni; cerca di scoprire il tuo essere e le azioni cambieranno. L'azione è qualcosa che fai, l'essere è qualcosa che sei. L'azione viene da te, ma è solo un frammento. Se si mettessero insieme tutte le tue azioni, esse rappresenterebbero solo il tuo passato. E il futuro? Il tuo essere contiene il tuo passato, il tuo futuro e il tuo presente: contiene la tua eternità. Se ti sei visto a fondo, acquisti la capacità di vedere a fondo anche gli altri
OSHO