venerdì 31 agosto 2012

Basilio di Cesarea

Scrive Basilio di Cesarea nel IV secolo d.C. (329-379): «Il salmo è tranquillità dell’anima, arbitro di pace, allontana il tumultuare e l’ondeggiare dei pensieri. Reprime infatti l’ira dell’animo, corregge e modera la sfrenatezza. Il salmo concilia l’amicizia, riconcilia coloro che sono separati, dirime le inimicizie. Chi infatti può ancora ritenere come nemico colui col quale ha elevato a Dio un unico, comune canto? Così la salmodia procura anche il massimo dei beni, l’amore, in quanto introduce l’uso del canto comune, come una specie di vincolo di concordia, e in quanto fonde armoniosamente la moltitudine nella sinfonia di un solo coro. Il salmo fuga i demoni, richiama l’aiuto degli angeli. È scudo nei timori notturni, è pausa nelle fatiche diurne; è sicurezza dei fanciulli, ornamento di coloro che sono nel fiore dell’età, consolazione ai vecchi... È la base per coloro che muovono i primi passi sulla via della perfezione, incremento di coloro che progrediscono in questo cammino, sostegno di coloro che giungono alla meta» (testo in S. Rinaudo, I salmi preghiera di Cristo e della chiesa, Elle Di Ci, Torino 1966, p.VII).

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