sabato 22 dicembre 2012

Poi arriva l’inverno, e le acque gelano


L’amore, come un corso d’acqua deve essere in continuo movimento, ed è proprio quello che tu fai
con me. Ma che cosa accade alla maggioranza delle coppie? Credono che le acque del fiume
scorrano per sempre, e non se ne preoccupano più. Poi arriva l’inverno, e le acque gelano. Solo
allora comprendono che niente, in questa vita, è assolutamente garantito.
 (K. Gibran, Lettere d’amore del profeta)

venerdì 21 dicembre 2012

pensieri che vanno più per trasalimenti che non per concatenazioni logiche


Il tema è enorme, lo avete affidato a uno che non è teologo di professione,
uno che viene dalla cura pastorale e non dalle cattedre universitarie. E
questo è il pericolo che correte, quello di vedervi proporre pensieri che
vanno più per trasalimenti che non per concatenazioni logiche, forse più
per passioni che non per rigorose elaborazioni. Angelo Casati
Ripercorrerò un tema trattato dall'autore "Essere Chiesa oggi"

giovedì 20 dicembre 2012

ti cerca per ogni dove


Alda Merini:
Ma io so che mi ama
e ti dirò, anche se tu non ci credi,
che si preannuncia sempre con una
grande frescura in tutte le membra
come se tu ricominciassi a vivere
e vedessi il mondo per la prima volta.
E questa è la fede, e questo è Lui,
che ti cerca per ogni dove
anche quando tu ti nascondi
per non farti vedere.

mercoledì 19 dicembre 2012

il vero eroe è il compagno che mi afferra


Henri J.M. Nouwen in Muta il mio dolore in danza
Da quella sera che andai con mio padre al circo e restai affascinato dai trapezisti, ogni anno mi sono unito al gruppo dei miei amici circensi per una settimana. Recentemente il direttore mi ha detto: “Sai Henri, tutti applaudono me, perché quando faccio quei volteggi e quei salti mortali pensano che l’eroe sia io. Ma il vero eroe è il compagno che mi afferra. L’unica cosa che devo fare io è tendere le mani e avere fiducia, confidare che lui sarà lì a prendermi, di nuovo”. Non altrimenti è per Dio, che cinge le nostre piccole vite e attende di prenderci e tenerci stretti - nelle circostanze critiche e in quelle positive, nei momenti difficili e in quelli in cui ci libriamo in alto. A rendere questo possibile è qualcuno che è in noi e tuttavia ci trascende. Per questo la presa talvolta spasmodica che esercitiamo sulla vita - sulle sue gioie e persino sui suoi dolori - può allentarsi. Anche noi possiamo reimparare a volare: a danzare.

martedì 18 dicembre 2012

«Buon giorno!». Grazie! Signore!

Questo nuovo giorno sia veramente tuo, da te condotto nella mia vita, secondo la tua volontà. Che io sia guidata per mano da te. A te affido quanto ho di più caro: la famiglia, la vera amicizia, il lavoro, le mie responsabilità, i miei problemi, le mie sofferenze, la mia città, la mia patria. Affido a te la mia fede debole, il mio coraggio incerto, la mia fiducia spenta, la mia volontà stanca, il mio cammino disorientato. Dammi tu l'energia per vivere con dignità, per affrontare e superare le difficoltà con coerenza e con coraggio. Fammi, Signore, strumento di pace dovunque sarò, con chiunque mi incontrerò, e in qualunque vicenda verrò a trovarmi. Signore, sento che tu mi stai dicendo: «Buon giorno!». Grazie! Signore! E questo l'unico augurio di cui ho veramente bisogno, non solo perché sincero, ma perché onnipotente! FRANCA ANGELINI

lunedì 17 dicembre 2012

Senza voler ad ogni costo essere infallibile, impeccabile

Mio Dio, com'è duro aver torto! E accettarlo così; senza cercare scuse, senza cercare di fuggire questo peso dell'atto compiuto, senza cercare di addossarlo ad altri, o alla società, o al caso, o alla cattiva sorte. Senza cercare dieci ragioni valide, dieci spiegazioni prolisse per provare agli altri, e soprattutto a se stessi, che sono le cose che hanno torto, e che il mondo è fatto male. Com'è duro accettare di aver torto! Senza adirarmi perché nella mia autodifesa m'intrappolo sempre più, portando argomenti che non reggono. Senza voler ad ogni costo essere infallibile, impeccabile; e che ancora? Signore, liberami dalla paura dinanzi alla colpa di cui debbo portare le conseguenze. LUCIEN JERPHAGNON

domenica 16 dicembre 2012

Non c'è niente, in verità, tanto difficile quanto ridere e far ridere

In arte, come nella vita, tutti gli errori più grossolani derivano dalla mancanza di misura, e dalla tendenza a essere esageratamente e ostentatamente seri. I nostri grandi scrittori usano un linguaggio eccessivamente ampollo
so, e si compiacciono di frasi magniloquenti, quelli minori moltiplicano gli aggettivi e si crogiolano in quel sentimentalismo che nelle classi inferiori produce il sensazionalismo dei manifesti e il melodramma. Noi andiamo ai funerali e al capezzale dei malati molto più volentieri che ai matrimoni o alle cerimonie festose, e non siamo capaci di spazzare via dalla nostra mente la convinzione che c'è qualcosa di virtuoso nelle lacrime e che il nero è il colore che più ci si addice. Non c'è niente, in verità, tanto difficile quanto ridere e far ridere, ma non esiste qualità che valga di più. E' una lama che recide ciò che è superfluo, riproporziona e restituisce giusta misura e sincerità alle nostre azioni e alla parola scritta e parlata.

Virginia Woolf