sabato 21 gennaio 2012

perpetrare un furto


Troppo spesso ci fermiamo alla bellezza del vangelo, ci lasciamo affascinare. Ma non basta, dimentichiamo che il Vangelo è esigente. Dobbiamo lasciare tutto e superare quanto abbiamo fatto (le nostre certezze) per gettare ancora la rete sulla sua Parola.

Il diritto di Cristo di prendere la Parola


Quando si è cristiani,
non fare tutto il possibile,
ognuno al suo posto,
perché il Vangelo di Cristo venga annunciato,
è perpetrare un furto,
è rubare il suo sangue,
perché è a prezzo del suo sangue
che Cristo ha conquistato di forza
il suo diritto di prendere la parola
fino alle estremità della terra,
per sempre,
tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
(da: Provocazione marxista a un’esistenza per Dio) Madeleine Delbrêl 

venerdì 20 gennaio 2012


Le tensioni 

Le tensioni sono momenti necessari nella crescita e nell’  approfondimento  di una comunità. Esse risultano dai conflitti personali,  conflitti nati dal rifiuto della crescita e dell'evoluzione personale e comunitaria, conflitti fra gli egoismi delle diverse persone, dovuti alla diminuzione della gratuità nell'insieme della comunità, dovuti ai diversi temperamenti e alle difficoltà psicologiche  di ognuno. Queste tensioni sono naturali.

Ognuna di queste tensioni mette l'intera comunità e ogni suo membro davanti alla propria povertà, alle proprie incapacità,  stanchezze, aggressività e atteggiamenti depressivi. Questo può  diventare un tempo importante,  quello di una presa di coscienza del fatto che il tesoro della comunità è in pericolo. Quando tutto va bene, quando la comunità crede di vivere un successo, i suoi membri rischiano di lasciarsi andare nelle loro energie d’amore.  Sono meno attenti gli uni agli altri. Le tensioni li obbligano a tornare alla realtà della loro povertà, e a prendere delle adeguate  misure di preghiera, di dialogo, di pazienza e di sforzo per  superare la crisi e ritrovare l'unità perduta.

Esse fanno capire che la comunità è più di una realtà umana,  che ha bisogno dello spirito di Dio per vivere e approfondirsi. Esse segnano anche, molto spesso delle tappe necessarie verso un'unità più grande, rivelando delle fratture che obbligano a  una rieducazione,  a una riorganizzazione,  a una maggiore  umiltà. L'esplosione a volte brutale non fa altro che rivelare una reale tensione che era latente. Solo quando esplode la tensione  è possibile cercare di curarne la causa fino alle radici.

Non c'è nulla che pregiudichi la vita comunitaria come mascherare le tensioni, fare come se non esistessero, nasconderle  dietro segni di cortesia e fuggire la realtà e il dialogo. Una tensione o un turbamento possono essere il segno della venuta prossima di una nuova grazia di Dio. Annunciano un passaggio di Dio nella comunità.

(Jean Vanier) 
Fonte: "La comunità luogo del perdono e della festa"

giovedì 19 gennaio 2012

aiutami ad accorgermi subito

Signore fammi buon amico
Fa' che la mia persona ispiri fiducia:
a chi soffre e si lamenta,
a chi cerca luce perché lontano da Te,
a chi vorrebbe cominciare ma non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi, e non se ne sente capace.
Signore,
aiutami a non passare accanto ad alcuno:
con volto indifferente,
con un cuore chiuso,
con un passo affrettato.
Signore, aiutami ad accorgermi subito
di quelli che mi passano accanto.
Fammi vedere:
quelli preoccupati e disorientati,
quelli che soffrono e non lo mostrano,
quelli che si sentono isolati senza volerlo,
e dammi quella sensibilità che mi fa incontrare i loro cuori.
Signore,liberami da me stesso:
perché ti possa servire,
perché riesca ad ascoltarti,
in ogni fratello che mi fai incontrare.

San Vincenzo De Paoli (Pouy, 24 aprile 1581 – Parigi, 27 settembre 1660)

mercoledì 18 gennaio 2012

farne uno spunto di commercio


Credo all'incredibile. Credo all'incredibile purezza del dolore e della gioia di un cuore. Sono cose estremamente rare e di una semplicità che strappa le lacrime.
Sul volto di mio padre morente ho visto un sorriso come un punto sorgivo. Un sorriso "immortale" mi rimanderebbe alle statue dei musei, ma in quel sorriso di mio padre era come contenuta una creazione del mondo. E nella sua vita esaurita che in un secondo egli ha speso tutto l'oro del suo sorriso. Questa verità sorridente che aveva attraversato la sua vita e le cui onde si sono non soltanto mantenute, ma persino ampliate molto tempo dopo che mio padre era stato ricoperto dalla terra, credo che mi attenda nell'ultima ora.
Ciò in cui credo è sempre legato a un attaccamento e a una persona. In questa convinzione, sostengo qualcosa che mi sostiene a sua volta, e che continua a vibrare molto dopo la scomparsa degli esseri, come la luce delle stelle che continua a giungere sino a noi quando sono morte. Non potrò mai più offrire nulla a queste persone che sono morte, ma si continua a stringere un'alleanza.
L'aldilà in cui credo, lo vedo qui e ora, perché in un certo senso è qui che ha luogo tutto. Questo aldilà inghiotte tutto il tempo e lo supera. E questo che cosa cambia se domani mi dimostrano che non c'è risurrezione e che Cristo non è che uno dei tanti saggi, sia pur il più grande? Ebbene, non cambia nulla, io non cambierò la mia vita né il mio modo di vedere, perché questa speranza fa talmente parte di me, come il colore dei miei occhi, che non potrei privarmene senza privarmi, nello stesso tempo, del respiro e dell'anima. In questo, mi trovo in qualcosa che è più immutabile della pietra. Per me questo sorriso di cui vi parlavo, per quanto evanescente, è incancellabile.
Uno dei crimini della nostra società, è avere snaturato addirittura il sorriso per farne uno spunto di commercio. Il sorriso è una cosa sacra, come tutto ciò che risponde con una risposta più grande della domanda. Io, che sono un ostinato della solitudine, dico che la cosa più meravigliosa di tutte è il sorriso. E una delle più grandi finezze umane. È quasi come pregustare la vita successiva, come un fiore dell'invisibile. Giungerò persino a dire che il sorriso più bello di tutti può sorgere solo su un viso quasi chiuso, distante. Ma se ci si china sulle culle possiamo ancora ritrovarlo. Quale che sia la ferocia degli uomini, il sorriso compare ogni volta che si mette al mondo qualcuno. Un sorriso può essere angelico o falso, ma un sorriso vero è il sorriso di chi ha trovato tutto: non c'è più calcolo né seduzione.

Christian Bobin, La luce del mondo, 116-118

martedì 17 gennaio 2012

è il fondamento della moralità umana


Senza voler togliere nulla a quel genere di coraggio che porta alcuni uomini a morire, non dobbiamo dimenticare quegli atti di coraggio grazie ai quali gli uomini vivono; il coraggio della vita quotidiana è spesso uno spettacolo meno grandioso del coraggio di un atto definitivo, ma resta pur sempre una miscela magnifica di trionfo e di tragedia...
Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell'esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la proprio coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care.
Ogni uomo deve decidere da sé stesso qual è la via giusta da seguire; le storie che si raccontano sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose, possono offrirci una speranza, possono farci da modello, ma non possono sostituire il nostro coraggio... per quello ogni uomo deve guardare nella propria anima.

J.F. Kennedy, Ritratti del coraggio

lunedì 16 gennaio 2012

La legge fondamentale del servizio è l’umiltà

Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Da’ il tuo contributo di azione perché questo si realizzi in pienezza.
Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te. Guardali con l’occhio della fede, non accentuare i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno per loro.
Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità eucaristica, che l’Eucaristia sia “radice viva del suo edificarsi”, non una radice secca, senza vita. Partecipa all’Eucaristia, possibilmente nella tua parrocchia, con tutte le tue forze. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l’inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai!
La legge fondamentale del servizio è l’umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell’umiltà. E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di fondare un partito di opposizione!
Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farne un dramma: la parrocchia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dove qualunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, i malati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settori e la parrocchia diventerebbe viva. La preghiera, poi, nessuno te la condiziona e te la può togliere.
Ricordati bene che, con l’umiltà e la carità, si può dire qualunque verità in parrocchia. Spesso è l’arroganza e la presunzione che ferma ogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il rigetto delle migliori iniziative.
Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, invece che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le situazioni. Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un’autocritica, severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri.
Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno di gente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa a tutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia. E prega incessantemente per la santità dei tuoi preti: sono i preti santi la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i preti santi la salvezza dei nostri giovani.

Dall’omelia di inaugurazione della parrocchia N.S. di Lourdes, di Paolo VI, papa
Roma, 23 febbraio 1964

domenica 15 gennaio 2012

qualche scintilla ci raggiunga e ci morda


Corriamo contagiosi di gioia

Poiché le tue parole, mio Dio, non son fatte
per rimanere inerti nei nostri libri,
ma per possederci
e per correre il mondo in noi,
permetti che, da quel fuoco di gioia
da te acceso, un tempo, su una montagna,
e da quella lezione di felicità,
qualche scintilla ci raggiunga e ci morda,
ci investa e ci pervada.
Fa’ che, abitati da esse,
come “fiammelle nelle stoppie”,
corriamo per le vie della città,
e fiancheggiamo le onde della folla,
contagiosi di beatitudine,
contagiosi della gioia...
(da: “Gioie venute dal monte”, in: La gioia di credere)Madeleine Delbrêl