sabato 24 maggio 2014

Maria, donna libera, che segue per le vie della Palestina il figlio, viaggiatrice, teologa, scrutatrice.

Avete soffocato l'afflato rivoluzionario di Maria di Nazareth,
esaltandone il divino
e mettendo da parte la sua umanità.
Maria è donna, donna sola con un figlio,
vedova in un tempo in cui la vedovanza era un abominio.
Era un'ebrea in una terra oppressa dai Romani,
rifugiata in Egitto per sfuggire alla persecuzione.
Maria fu una profuga.
Madre affannata, che spese la vita a seguire un Figlio
che talvolta non capiva (Mc 3,21), un folle, suo figlio.
Maria, donna libera, che segue per le vie della Palestina il figlio, viaggiatrice, teologa, scrutatrice.
Maria donna dell'assemblea,
che presiede la celebrazione della Pentecoste secondo i costumi del suo popolo.
Statue e immaginette l'hanno legata,
rappresentata in posa statica tra nubi e lune,
lei che spese tutta la sua vita a camminare, il cui cuore non conobbe tregua.
Donna dai sandali consunti
per le passeggiate montane,
per far visita alla sua parente,
per annunciare.
Ed è per questo che con tutto il cuore la chiamo "Madre!".
Come la mia mamma era una lavoratrice instancabile e donna del popolo.
(Romero, Dalle omelie del mese di maggio)

venerdì 23 maggio 2014

per la clemenza della Beata Vergine sarà anche, per i poveri che hanno ricevuto la Sua misericordia, la più vittoriosa e la più grandiosa.


È lei che è stata predestinata da Dio 
in questi ultimi tempi a manifestare 
tutto il potere che Egli le ha conferito per la sua povertà, 
salvando gli ultimi uomini che vivranno fra le rovine del mondo in fiamme. 
Ma se l’ultima età del mondo, 
per la malvagità umana, 
sarà probabilmente la più terribile, 
per la clemenza della Beata Vergine sarà anche, 
per i poveri che hanno ricevuto la Sua misericordia, 
la più vittoriosa e la più grandiosa.
Thomas Merton

giovedì 22 maggio 2014

quella lode adeguata che solo sa darle la Chiesa quando osa applicarle le parole ispirate che Dio usa per la Sua stessa Sapienza. Così la ritroviamo presente in mezzo agli stessi Libri Sacri



E così, più rimaniamo nascosti 
nelle profondità dove si svela il suo segreto, 
più sentiremo il bisogno di lodare il suo nome nel mondo
e di glorificare, in lei, Dio che di lei ha fatto il suo splendido tabernacolo. 
Ma non fidiamoci del nostro proprio talento per trovare le parole con cui lodarla: 
perché se anche potessimo cantarla come Dante e san Bernardo l’hanno cantata, 
quel che potremmo dire di lei sarebbe ben poco a paragone di quella lode adeguata 
che solo sa darle la Chiesa 
quando osa applicarle le parole ispirate 
che Dio usa per la Sua stessa Sapienza. 
Così la ritroviamo presente in mezzo agli stessi Libri Sacri: 
e se non giungessimo a trovare anche lei, 
nascosta nel Sacro Testo, in tutte le Profezie 
che riguardano il Figlio suo, 
noi non conosceremmo a pieno la vita racchiusa nella Sacra Scrittura.
Thomas Merton

mercoledì 21 maggio 2014

prendiamo coscienza, contemplando la santità della Vergine Immacolata, delle grandi cose che Egli ha il potere di compiere nell’anima umana


Se la Madonna 
non vien riconosciuta 
come la Madre di Dio e la Regina; 
di tutti gli Angeli e dei Santi 
e come la speranza del mondo, 
la fede in Dio rimane incompleta. 
Come possiamo chiederGli 
tutto ciò che Egli vuole 
che speriamo da Lui 
se non prendiamo coscienza, 
contemplando la santità della Vergine Immacolata, 
delle grandi cose che 
Egli ha il potere di compiere nell’anima umana?
Thomas Merton

martedì 20 maggio 2014

essere pieni di Dio come ella è piena di Lui


Cercare questo vuoto 
è vera devozione alla Madre di Dio.
Trovarlo è trovarla.
Ed essere nascosto nelle sue profondità 
è essere pieni di Dio come ella è piena di Lui, 
è condividere la sua missione di portarlo a tutti gli uomini.
Eppure tutte le generazioni devono chiamarla beata 
perché tutte ricevono da lei in virtù della sua obbedienza 
tutta la misura di vita e di gioia che vien loro concessa. 
Ed è necessario che il mondo la esalti, c
he la poesia canti la grande opera compiuta in lei dal Signore, 
e che vengano innalzate cattedrali al suo nome.
Thomas Maerton

lunedì 19 maggio 2014

il segreto di ogni gioia perché sono colmi di Dio.


È una grazia meravigliosa, 
un grande privilegio, 
quando una persona che vive nel mondo in cui noi dobbiamo vivere
perde improvvisamente interesse per le cose che occupano questo mondo, 
e scopre nella sua anima una brama di povertà e di solitudine.
E il più prezioso di tutti i doni della natura o della grazia è il desiderio
di essere nascosti,
di svanire agli occhi degli uomini,
di essere considerati un nulla dal mondo,
di sparire dalla propria consapevole considerazione, e
di diventare un nulla in quell’immensa povertà che è l’adorazione di Dio.
Questo vuoto assoluto, 
questa povertà, 
questa oscurità posseggono 
il segreto di ogni gioia perché sono colmi di Dio.
Thomas Merton

domenica 18 maggio 2014

due atteggiamenti vitali a fondamento del nostro rapporto di fede: un «no» gridato alla paura e un «sì» consegnato alla fiducia.

Non sia turbato il vostro cuore, 
abbiate fiducia. 
L'invito del Maestro ad assumere questi due atteggiamenti vitali 
a fondamento del nostro rapporto di fede: 
un «no» gridato alla paura 
e un «sì» consegnato alla fiducia. 
Due atteggiamenti del cuore che sono alla base 
anche di qualsiasi rapporto fecondo, armonioso, esatto con ogni forma di vita. 
Ad ogni mattino,
 ad ogni risveglio, 
un angelo ripete a ciascuno le due parole: 
non avere paura, abbi fiducia. 
Noi tutti ci umanizziamo per relazioni di fiducia, 
a partire dai nostri genitori; 
diventiamo adulti perché costruiamo un mondo di rapporti umani edificati 
non sulla paura ma sulla fiducia. 
La fede religiosa (atto umanissimo, vitale, che tende alla vita) 
poggia sull'atto umano del credere, 
e se oggi è in crisi, ciò è accaduto 
perché è entrato in crisi l'atto umano dell'aver fiducia negli altri, nel mondo, nel futuro, nelle istituzioni, nell'amore. In un mondo di fiducia rinnovata, 
anche la fede in Dio troverà respiro nuovo. 
Io sono la via la verità e la vita. 
Tre parole immense. 
Che nessuna spiegazione può esaurire. 
Io sono la via: 
la strada per arrivare a casa, a Dio, al cuore, agli altri; 
una via davanti alla quale non si erge un muro o uno sbarramento, 
ma orizzonti aperti. 
Sono la strada che non si smarrisce, 
ma va' verso la storia più ambiziosa del mondo, 
il sogno più grandioso mai sognato, la conquista - per tutti - di amore e libertà, di bellezza e di comunione: con Dio, con il cosmo, con l'uomo. 
Io sono la verità: 
non in una dottrina, né in un libro, né in una legge migliori delle altre, 
ma in un «io» sta la verità, in Gesù, 
venuto a mostrarci il vero volto dell'uomo e il volto d'amore del Padre. 
La verità sono occhi e mani che ardono! (Ch. Bobin). 
Così è Gesù: accende occhi e mani. 
La sua è una vita che si muove libera, regale e amorevole tra le creature. 
Il cristianesimo non è un sistema di pensiero o di riti, ma una storia e una vita (F. Mauriac). 
Io sono la vita. 
Che hai a che fare con me, Gesù? 
La risposta è una pretesa perfino eccessiva, perfino sconcertante: 
io faccio vivere. 
Parole enormi, davanti alle quali provo vertigine. 
La mia vita si spiega con la vita di Dio. 
Nella mia esistenza più Dio equivale a più io. 
Più Vangelo entra nella mia vita più io sono vivo. 
Nel cuore, nella mente, nel corpo. 
E si oppone alla pulsione di morte, 
alla distruttività che nutriamo dentro di noi con le nostre paure, 
madre della sterilità. 
Infine interviene Filippo «Mostraci il Padre, e ci basta». 
È bello che gli Apostoli chiedano, che vogliano capire, come noi. 
Filippo, chi ha visto me ha visto il Padre. 
Guardi Gesù, 
guardi come vive, 
come ama, 
come accoglie, 
come muore 
e capisci Dio, e si dilata la vita.Ermes Ronchi