sabato 1 dicembre 2012

la briciola diventa un mondo

Inginocchiato in un angolo della taverna di Emmaus, guardo al mistero che si compie nelle mani del pellegrino.
E’ piccola l’ostia ... e basta per un Dio ... Anche una briciola gli basta! Anche la briciola vale tutto, tutto l’amore. Onnipotenza dell’amore!
La piccola ostia, la briciola che è tutto il Signore, a questo povero uomo mercante di felicità, insegna che la felicità è qualcuno: tu, mio Signore.
E la briciola diventa un mondo. C’è qualcosa di eucaristico in ogni creatura, e chi scorge, con la fede, la presenza del pane, finisce per scoprire che tutto è mistero, e che ciò che tocco e capisco non è che l’attimo, l’apparenza o il velo di una realtà che mi sorpassa infinitamente.
Quando esco dalla mia chiesa, come i due che escono dalla taverna, il mistero che ho visto e adorato nell’ostia rifulge ovunque ... e ogni creatura prende le proporzioni della briciola di pane, davanti alla quale mi sono inginocchiato, adorando. (don Primo Mazzolari)

venerdì 30 novembre 2012

Rendili innamorati della Terra

Spirito del Signore, 
dono del Risorto agli Apostoli del Cenacolo, 
gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.
Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.
Rendili innamorati della Terra,
e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.
Confortali con la gratitudine della gente con l'olio della comunione fraterna.
Ristora la loro stanchezza,
perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo
se non sulla spalla del Maestro.
Liberali dalla paura di non farcela più.
Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.
Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.
Dalle loro mani grondi i il crisma su tutto ciò che accarezzano.
Fa risplendere di gioia i loro corpi.
Rivesti loro di abiti nuziali e cingili con cinture di luce perché,
per essi e per tutti, lo Sposo non tarderà.
(mons. Tonino Bello)

giovedì 29 novembre 2012

vivere è come il suo cammino: senza fine


Christian Bobin nel suo libro L'uomo che cammina:
Cammina.
Senza sosta cammina.
Va qui e poi là.
Trascorre la propria vita su circa sessanta chilometri di lunghezza, trenta di larghezza.
E cammina.
Senza sosta.
La morte, il vento, l'ingiuria: tutto riceve in faccia, senza mai rallentare il passo.
Si direbbe
che ciò che lo tormenta è nulla rispetto a ciò che egli spera.
Che vivere è come il suo cammino: senza fine.
Va dritto alla porta dell'umano.
Aspetta che questa porta si apra.
La porta dell'umano è il volto.
L'uomo che cammina è
quel folle che pensa
che si possa assaporare una vita
così abbondante
da inghiottire perfino la morte.

mercoledì 28 novembre 2012

Amo ridere, giocare.


“Mi è sempre piaciuto osservare, badare alle sfumature…
Mi piacciono le persone che “dicono qualcosa” e che sanno ascoltare, le persone che ragionano con la propria testa.
Mi piace il battito di ciglia o il sorgere leggero di un sorriso, la voce musicale.
Mi piace ascoltare buona musica, amo suonare, non potrei farne a meno, mi piace diventare cosa unica con ciò che suono, esplodere dentro.
Mi piace guardare le mie dita scivolare sul manico della chitarra, stanno bene insieme, lì…
Amo gli occhi di una donna, la sua pelle, la sua passione, tutto.
Parlo tanto, fin troppo, ma ci sono momenti che rimango in silenzio ad ascoltarmi.
E’ in quei momenti che fabbrico i miei pensieri più veri, mentre cammino per le strade, osservando la gente che passa, ascoltando i discorsi, a volte assurdi, di alcune persone o assaporando il sole che mi scalda dentro.
Amo ridere, giocare.
Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa, mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore.
E’ bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.”

— Josè Saramago

martedì 27 novembre 2012

non solo vicino a Dio, ma in Dio

Respirate: Dio è facile, come respirare.
Dio è indispensabile, come il respiro.
Dio è dimenticato come il respiro.
Dio è il primo atto dell’uomo, come il respiro per il partorito.
Dio entra in me, come il respiro è dentro e si dirama come ossigeno, vita del mio sangue, per tutto il corpo.
Come si prende coscienza del respiro, così possiamo prendere, dobbiamo prendere coscienza che siamo in Dio, non solo vicino a Dio, ma in Dio, Dio in me. Cristo che vive in me.
Ermes Ronchi

lunedì 26 novembre 2012

Dio non è un problema, è una esperienza

La conoscenza nella Bibbia avviene attraverso l’ascolto  e nell’ascolto. Nel linguaggio biblico l’ascolto (ascolta Israele) significa adesione, una partecipazione, un’intimità, una comunione, un’esperienza d’amore.La conoscenza d’amore va oltre la conoscenza razionale. La conoscenza di due innamorati ha canali che sono oltre e altri rispetto a quelli, per esempio della logica formale.La verità si conosce soprattutto per via d’amore ed è espressa con un vocabolo EMET che ha la stessa radice di una parola che pronunciamo spesso: amen. E’ il sostantivo della fede, ma che di sua natura significa: fedeltà. Stabilità. Sicurezza. Tranquillità, Essere fondati su. Per cui la verità è abbandonarsi a una persona, al suo abbraccio che ti avvolge, ti sostiene, ti dà sicurezza.Dio non è un problema, è una esperienza. Una esperienza che tocca il nervo della vita.
Ermes Ronchi

domenica 25 novembre 2012

Le cose di un tempo sono così piccole al confronto!


Se conoscessi il mistero immenso del Cielo
dove ora vivo, questi orizzonti senza fine,
questa luce che tutto investe e penetra,
non piangeresti se mi ami!
Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio,
nella sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole al confronto!
Mi è rimasto l'amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini.
Vivo in una gioia purissima.
Nelle angustie del tempo pensa a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile
della gioia e dell'amore infinito.
Non piangere se veramente mi ami!
(S.Agostino)