QUANDO CREDEVI CHE IO NON STESSI GUARDANDO
Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista attaccare il mio primo disegno sul frigo
e subito ho voluto farne un altro.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista dar da mangiare a un gatto randagio,
e ho imparato che è bene essere buoni con gli animali.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista preparare per me il mio dolce favorito,
e ho imparato che le cose piccole possono essere cose speciali nella vita.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista cucinare un pranzo e portarlo a un amico ammalato,
e ho imparato che dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista curare la nostra casa e quelli che vi abitano,
e ho imparato che bisogna prendersi cura di ciò che abbiamo ricevuto.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho vista affrontare le tue responsabilità anche se non ti sentivi bene,
e ho imparato che dovrò essere responsabile quando sarò grande.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ho visto sgorgare lacrime dai tuoi occhi,
e ho imparato che certe cose a volte fanno soffrire, ma che piangere va bene.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ho visto che eri preoccupata,
e ho voluto essere tutto ciò che potrei essere.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ho imparato la maggior parte delle lezioni di vita che dovrò sapere
per essere una persona buona e utile quando crescerò.
Quando credevi che io non stessi guardando,
ti ho guardata e volevo dire: «Grazie di tutto quello che ho visto
quando credevi che io non stessi guardando».
Ognuno di noi (genitori, nonni, zie, zii, maestri, amici) influisce sulla vita di un bambino.
E la cosa importante è sapere in che modo toccheremo oggi la vita di qualche persona.
Viviamo semplicemente. Amiamo generosamente. Curiamo seriamente. Parliamo gentilmente.
(dalla Strenna 2013 di don Pascual Chavez)
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