Le cicatrici servono.
Servono a ricordare che ci si può far male,
che esistono i bastardi.
Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato.
L’unico in grado di farci del male davvero.
Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice.
Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita.
Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili,
a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore,
fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo,
fra noi e le bugie, fra noi e la verità,
fra noi e la nostra anima.
Le cicatrici sono bastarde,
sanguinano all’improvviso
e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”,
ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore.
A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.
(Silvana Stremiz)
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