giovedì 3 aprile 2014

26° giorno La grazia dell’elezione, la coscienza di essere in un rapporto particolare con il Signore conduce Mosé, il Battista e – nella pienezza dei tempi – il Signore Gesù a non sottrarsi al destino comune ma a illuminarlo con la loro presenza


Tra i tanti rimproveri del Signore Gesù ve n’è uno che li supera tutti per la sua capacità di toccare la radice di ogni ipocrisia nella nostra esistenza: «E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?» (Gv 5, 44). L’esempio del Battista e quello di Mosè aiutano a capire che cosa significhi cercare la «gloria che viene da Dio solo». Da una parte pagare di persona come una «lampada che arde e risplende» (Gv 5, 35) consumandosi inevitabilmente e, dall’altra, la resistenza opposta a Dio stesso – percepito quasi come un tentatore – di avere accesso ad una gloria separata dalla solidarietà con tutto il «popolo che tu hai fatto uscire» (Is 32, 11). Ma la solidarietà di Mosé non è che il frutto maturo della sua fedeltà al "Dio solo" di cui non ha in nessun modo paura.
La grazia dell’elezione, la coscienza di essere in un rapporto particolare con il Signore conduce Mosé, il Battista e – nella pienezza dei tempi – il Signore Gesù a non sottrarsi al destino comune ma a illuminarlo con la loro presenza. Etty si riconosce tra gli eletti – ne aveva la ragione – ma non si lascia né ingannare né adulare: «Voglio vivere ancora a lungo e voglio condividere il destino riservato a tutti noi …Eppure sono una dei tuoi eletti, mio Dio, perché mi concedi di prendere tanta parte a questa vita, e perché mi hai dato abbastanza forza per sopportare tutto quanto» (178). La coscienza di un accesso particolare al mistero della vita e di Dio per Etty si identifica con la capacità di sopportare di più e non di essere esentata – secondo la logica della gloria del mondo – dalla sofferenza, dalla fatica, dal peso dell’enigma che raggiunge l’acme nel momento dell’agonia di Spier: «ti ringrazio perché tu lasci che poche cose mi passino accanto senza toccarmi» (178)
Una Quaresima con Etty

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