Mentre
la Pasqua si fa sempre più vicina si fa sempre più forte e chiaro
che non è una fatalità o un incidente di percorso bensì un evento
a lungo preparato nel cuore e attraverso i passi del Signore Gesù:
«nessuno riuscì a mettergli le mani addosso perché non
era ancora giunta la sua ora» (Gv
7,30). Nessuna pasqua – né quella del Signore Gesù né la nostra
– potrebbe compiersi senza una remota e profonda preparazione in
cui maturi il dono della propria vita libero e totale… fino a dire
«sono io… prendete me» (Gv
18,8).
Proprio
mentre «gli empi dicono tra sé» (Sap
2,1) «tendiamo insidie al giusto» (Sap
2,12) illudendosi di avere presa e potere sulla sua vita… il giusto
non fa altro che affinare ulteriormente «la mitezza del
suo carattere»(Sap 2,19) fino a
rendersi im-prendibile. L’olio della mitezza non può che rendere
imprendibili come l’olio rendeva più difficile abbattere nella
lotta un gladiatore. Anche noi siamo chiamati a vivere la nostra
personale Pasqua! Anche a noi tocca il compito di renderci
impermeabili al male attraverso quell’olio di mitezza e di dolcezza
capace di renderci immuni ad ogni empio ragionamento e vivendo,
invece, nell’umiltà dell’evidenza.
Una Quaresima con Etty
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