venerdì 4 aprile 2014

27° giorno L’olio della mitezza non può che rendere imprendibili come l’olio rendeva più difficile abbattere nella lotta un gladiatore.


Mentre la Pasqua si fa sempre più vicina si fa sempre più forte e chiaro che non è una fatalità o un incidente di percorso bensì un evento a lungo preparato nel cuore e attraverso i passi del Signore Gesù: «nessuno riuscì a mettergli le mani addosso perché non era ancora giunta la sua ora» (Gv 7,30). Nessuna pasqua – né quella del Signore Gesù né la nostra – potrebbe compiersi senza una remota e profonda preparazione in cui maturi il dono della propria vita libero e totale… fino a dire «sono io… prendete me» (Gv 18,8).
Proprio mentre «gli empi dicono tra sé» (Sap 2,1) «tendiamo insidie al giusto» (Sap 2,12) illudendosi di avere presa e potere sulla sua vita… il giusto non fa altro che affinare ulteriormente «la mitezza del suo carattere»(Sap 2,19) fino a rendersi im-prendibile. L’olio della mitezza non può che rendere imprendibili come l’olio rendeva più difficile abbattere nella lotta un gladiatore. Anche noi siamo chiamati a vivere la nostra personale Pasqua! Anche a noi tocca il compito di renderci impermeabili al male attraverso quell’olio di mitezza e di dolcezza capace di renderci immuni ad ogni empio ragionamento e vivendo, invece, nell’umiltà dell’evidenza.
Una Quaresima con Etty

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