domenica 30 marzo 2014

Il dramma che si consu­ma in quella sala, e in tante nostre comunità è questo: il Dio della vita e il Dio della religione si sono separati e non si incontrano più.


Da miracolato a impu­tato. È successo che per la se­conda volta Gesù guarisce di sabato. Di sabato non si può, si trasgredisce il più santo dei precetti. È un problema eti­co e teologico che la gente non sa risolvere e che dele­ga ai depositari della dottri­na, ai farisei. E loro che cosa fanno? Non vedono l'uomo, vedono il caso morale e dot­trinale. All'istituzione reli­giosa non interessa il bene dell'uomo, per loro l'unico criterio di giudizio è l'osser­vanza della legge. C'è un'in­finita tristezza in tutto que­sto. Per difendere la dottrina negano l'evidenza, per di­fendere la legge negano la vita. Sanno tutto delle rego­le e sono analfabeti dell'uo­mo. Vorrebbero che tornas­se cieco per dare loro ragio­ne. Il dramma che si consu­ma in quella sala, e in tante nostre comunità è questo: il Dio della vita e il Dio della religione si sono separati e non si incontrano più. La dottrina separata dall'espe­rienza della vita.
Ma il cieco è diventato libe­ro, è diventato forte, tiene te­sta ai sapienti: Voi parlate e parlate, ma intanto io ci ve­do.
E dice a noi che se una e­sperienza ti comunica vita, allora è anche buona e be­nedetta. Perché legge supre­ma di Dio è che l'uomo viva
Ermes Ronchi

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