Anche
per noi risuona la parola del Signore Gesù: «e voi ne
resterete meravigliati» (Gv 5,
20), meravigliati del fatto – incomprensibile e inaccettabile per
il fariseo che si nasconde nel nostro cuore – semplice, nudo ma
rivoluzionario che «il Padre infatti ama il Figlio» e
che questo amore è talmente e realmente trasformante che Gesù non
ha altra scelta se non chiamare Dio «suo Padre, facendosi
uguale a Dio» (Gv 5, 18). Tutti
i mistici rivendicano questa intimità trasformante in cui e per cui
«O Notte che riunisti l’Amato con l’amata, amata
nell’Amato trasformata» (Giovanni
della Croce, Notte Oscura, 5).
Quale
meraviglia è per noi scorrere le pagine lasciateci in eredità da
Etty e imbatterci continuamente con la presenza di Dio, di un Dio che
non corrisponde a nessuno schema perché li supera tutti: un Dio così
presente eppure così imprendibile: «non mi sento nelle
grinfie di nessuno, mi sento soltanto nelle braccia di Dio per dirla
con enfasi; e sia che ora io i trovi qui, a questa scrivania così
terribilmente cara e familiare, o fra un mese in una nuda camera del
ghetto o fors’anche in un campo di lavoro sorvegliato dalle SS,
nelle braccia di Dio credo che mi sentirò sempre» (167).
Una quaresima con Etty
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