martedì 1 aprile 2014

24° giorno questa percezione profonda e terribile: «Io non ho nessuno!» e per questo non ho nessuna speranza perché per guarire c’è bisogno che qualcuno «mi immerga nella piscina» (Gv 5, 7). «Io non ho nessuno» facilmente diventa "Io non sono nessuno".


 … «da trentotto anni era malato» (Gv 5, 5) e dal testo si può presumere che da così tanto tempo – una vita! – quest’uomo aspetta di guarire. Ma perché il Signore Gesù si rivolge proprio a quest’uomo a dispetto del «gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici» (Gv 5, 3)? Forse la risposta del paralitico ci svela il mistero di questa predilezione. Gesù chiede «Vuoi guarire?» e si sente rispondere: «Signore, io non ho nessuno…» (Gv 5, 7). Che cosa ci può essere di più terribilmente paralizzante di questa percezione profonda e terribile: «Io non ho nessuno!» e per questo non ho nessuna speranza perché per guarire c’è bisogno che qualcuno «mi immerga nella piscina» (Gv 5, 7). «Io non ho nessuno» facilmente diventa "Io non sono nessuno".
Interessante notare come tutto il processo di spiritualizzazione (65) di Etty cominci da un insegnamento fondamentale di Spier attraverso una sua paziente-allieva: «non si è soli al mondo» (25). A questo insegnamento seguirà un esperienza forte di relazione che curerà in Etty una sorta di malattia del desiderio che le diviene sempre più chiara quando scrive: «Io voglio qualcosa e non so che cosa. Di nuovo mi sento presa da una grandissima irrequietezza e ansia di ricerca, tutto è in tensione nella mia testa… e ora mi ritrovo in mezzo agli arbusti… l’irrequietezza ha preso a salirmi da ogni parte come i vapori di una palude» (39).
Una Quaresima con Etty

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