domenica 6 aprile 2014

vieni fuori dal tuo piccolo angolo; liberati come si liberano le vele, come si sciolgono i nodi della paura. Libera­ti da ciò che ti impedisce di camminare in questo giardino che sa di primavera


Risuscitati perché amati: il vero nemico della morte non è la vita, ma l'amore, «forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti» (Cantico 8,6). Noi tutti risorgiamo perché Qualcuno ci ama, come accade a Lazzaro riconsegnato alla vita dall'amore fi­no alle lacrime di Gesù. Io invidio Lazzaro, e non perché esce dal­la grotta di morte, ma perché è circondato da una folla di perso­ne che gli vogliono bene. La sua fortuna è l'amicizia, la sua san­tità è l'assedio dell'amore. Lazzaro, vieni fuori! e Lazzaro esce avvolto in bende come un neo­nato. Morirà una seconda volta, è vero, ma ormai gli si spalanca davanti un'altissima speranza: Qualcuno è più forte della morte. Liberatelo e lasciatelo andare! Parole che ripete anche a ciascuno di noi: vieni fuori dal tuo piccolo angolo; liberati come si liberano le vele, come si sciolgono i nodi della paura. Libera­ti da ciò che ti impedisce di camminare in questo giardino che sa di primavera.
E poi: lasciatelo andare: dategli una strada, orizzonti, perso­ne da incontrare e una stella polare per un viaggio che con­duca più in là.
Gesù mette in fila i tre imperativi di ogni ripartenza: esci, liberati e vai! Quante volte sono morto, quante volte mi sono addormen­­tato, mi sono chiuso in me: era finito l'olio nella lampada, era fi­nita la voglia di amare e di vivere. In qualche grotta oscura dell'a­nima una voce diceva: non mi interessa più niente, né Dio, né a­mori, né altro; non vale la pena vivere.
Ermes Ronchi

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