Due
volti per una medesima testimonianza:
Geremia e Gesù,
il terrore e
la fiducia.
Il profeta del conflitto aperto non esita a confessare:
«Terrore all’intorno!» (Ger
20,3),
mentre il Signore Gesù – Messia scomodo e in-comprensibile
–
non esita a sfuggire «dalle loro mani» (Gv
10,39).
Attorno a Geremia come attorno al Signore Gesù la minaccia
si fa sempre più forte:
«portarono pietre per lapidarlo»
(Gv 10,31).
Il terrore è un
sentimento terribile per ogni creatura e non solo per gli esseri
umani.
Esso è legato
all’essenza stessa della creaturalità,
alla
coscienza del proprio limite e
alla consapevolezza che altri o altro
– dall’esterno – potrebbero attentare alla vita.
Come
trasformare il terrore in fiducia?
Una domanda e ben più di una
domanda che ha attraversato la vita di Etty richiedendole una
risposta sempre più adeguata e autentica:
«Di nuovo
arresti, terrore, campi di concentramento, sequestri di padri sorelle
e fratelli. Ci si interroga sul senso della vita, ci si domanda se
essa abbia ancora un senso: ma per questo bisogna vedersela
esclusivamente con se stessi, con Dio. Forse ogni vita ha il proprio
senso, forse ci vuole una vita intera per riuscire a trovarlo» (48)
Una quaresima con Etty
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