La
conclusione più bella e degna della parabola del "Figliol
prodigo" (Lc 15, 1-32) può essere proprio il testo del profeta
che suona come un’acclamazione di fede e insieme di giubilo: «Qual
Dio è come te che si compiace di usare misericordia?» (Michea
7, 18). Tutto il testo di Luca è una sorta di inno alla costanza e
all’invincibile amore di questo padre che non si arrende né
davanti all’avventurosità del figlio minore né davanti alla
gelosia del maggiore. Anche se molto probabilmente di questo padre i
tratti più fondamentali li ereditò proprio quel figlio minore pur
sempre "coraggioso" nel suo partire e ancora di più nel
suo ritornare.
Di
certo se dovessimo catalogare Etty a partire dalla parabola non ci
riuscirebbe affatto difficile. Quale«donnetta di 27 anni»
si ritrova volutamente a vivere
non solo fuori casa ma chiaramente un po’ allergica al suo ambiente
familiare soprattutto riguardo alla madre ma pure ad un padre con il
quale – come si è già avuto modo di vedere (cfr. 13) – Etty si
sentirà obbligata ad affrontare i rapporti con coraggio e
amore (78). Eppure
Etty svela fino in fondo la lotta interiore a cui la figura paterna
la obbliga interiormente in un misto di compassione – che
piacere che quel brav’uomo possa starsene lontano per qualche
giorno da quella moglie sempre agitata (78) –
che non abbassa per nulla il
sentimento allarmantissimo di essere minacciata nella mia
libertà (78).
Una Quaresima con Etty
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