L’immagine materna
che il Vangelo ci presenta è assai forte e ci pone di fronte a tutto
il problema che il "materno" può rappresentare nella vita
di ogni mammifero. La madre dei figli di Zebedeo senza nessuna
vergogna e con un fare assai disinibito si presenta a Gesù per
raccomandare i suoi pupilli (Mt 20, 20). Il Signore Gesù non biasima
la madre ma aiuta i suoi due figli a prendere coscienza della
pericolosità della richiesta materna e li invita ad una adultità da
cui ogni madre – istintualmente – tende a proteggere i suoi
piccoli per proteggere la sua identità. Il bisogno di rassicurare di
ogni madre rischia di bloccare la crescita e il processo di
liberazione verso l’amore pieno e oblativo. Ma lungi dal prendere
l’atteggiamento degli altri discepoli a noi compete capire
l’istinto materno e non lasciarcene – ciascuno a suo modo e in
tutte le età della vita – fagocitare.
Nella
storia di Etty Hillesum il rapporto con la madre e con il padre fu un
problema assai scottante, le note del suo Diario scritte
nella sua casa natale a Deventer suonano assai dure: E’
una persona che ti può cavare il sangue da sotto le unghie. Cerco di
essere obiettiva con lei e di volerle un po’ di bene, ma poi, nel
mio cuore, le dico di nuovo: come sei pazza e ridicola (54).
Una Quaresima con Etty
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