mercoledì 19 marzo 2014

13° giorno Il Signore Gesù non biasima la madre ma aiuta i suoi due figli a prendere coscienza della pericolosità della richiesta materna e li invita ad una adultità da cui ogni madre – istintualmente – tende a proteggere i suoi piccoli per proteggere la sua identità.


L’immagine materna che il Vangelo ci presenta è assai forte e ci pone di fronte a tutto il problema che il "materno" può rappresentare nella vita di ogni mammifero. La madre dei figli di Zebedeo senza nessuna vergogna e con un fare assai disinibito si presenta a Gesù per raccomandare i suoi pupilli (Mt 20, 20). Il Signore Gesù non biasima la madre ma aiuta i suoi due figli a prendere coscienza della pericolosità della richiesta materna e li invita ad una adultità da cui ogni madre – istintualmente – tende a proteggere i suoi piccoli per proteggere la sua identità. Il bisogno di rassicurare di ogni madre rischia di bloccare la crescita e il processo di liberazione verso l’amore pieno e oblativo. Ma lungi dal prendere l’atteggiamento degli altri discepoli a noi compete capire l’istinto materno e non lasciarcene – ciascuno a suo modo e in tutte le età della vita – fagocitare.
Nella storia di Etty Hillesum il rapporto con la madre e con il padre fu un problema assai scottante, le note del suo Diario scritte nella sua casa natale a Deventer suonano assai dure: E’ una persona che ti può cavare il sangue da sotto le unghie. Cerco di essere obiettiva con lei e di volerle un po’ di bene, ma poi, nel mio cuore, le dico di nuovo: come sei pazza e ridicola (54).
Una Quaresima con Etty

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