La
Parola di Dio mette sotto i nostri occhi due padri – Giacobbe e il
Padrone della vigna –, i due corrispettivi figli e soprattutto il
sogno che attraversa il cuore di tutti: «Avranno rispetto
di mio figlio» (Mt 21,37) e
ancora«il padre amava Giuseppe più di tutti i suoi figli»
(Gn 37,4). Questo amore di
predilezione non può che attivare un grande sogno sia in Giuseppe
che in Gesù. Ma sempre i confini tra il sogno e l’illusione sono
tremendamente invisibili e terribilmente pericolosi: «Ecco
il sognatore arriva» (Gn 37,19)
e «venite uccidiamolo» (Mt
21,38).
Da
Giuseppe e da Gesù dobbiamo non solo imparare a sognare, persino ad
occhi aperti, ma anche a difenderci accanitamente da ogni forma di
illusione. Come fare? Siamo capaci di pagare il prezzo? Si tratta di
addormentarsi nella pace lasciando al sogno di apparire e di
compiersi senza di noi, oltre noi e nonostante noi stessi. Un
percorso analogo – di certo in tutto il suo peso di sofferenza e
non certo a prezzo ridotto – lo ha compiuto Etty: donna dai grandi
sogni, abitata da momenti di grande esaltazione persino euforica e
consumata da un’ansia incontenibile di dare una mano all’evoluzione
dell’umanità: Più tardi viaggerò per i paesi del
mondo, mio Dio, io lo sento in me, questo istinto che passa i
confini, che fa scoprire un fondo comune nelle varie creature in
lotta fra loro su tutta la terra. E vorrei parlare di questo fondo
comune, con voce sommessa e dolcissima e insieme persuasiva e
ininterrotta (215).
Una Quaresima con Etty
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