venerdì 21 marzo 2014

15° giorno Da Giuseppe e da Gesù dobbiamo non solo imparare a sognare, persino ad occhi aperti, ma anche a difenderci accanitamente da ogni forma di illusione.


La Parola di Dio mette sotto i nostri occhi due padri – Giacobbe e il Padrone della vigna –, i due corrispettivi figli e soprattutto il sogno che attraversa il cuore di tutti: «Avranno rispetto di mio figlio» (Mt 21,37) e ancora«il padre amava Giuseppe più di tutti i suoi figli» (Gn 37,4). Questo amore di predilezione non può che attivare un grande sogno sia in Giuseppe che in Gesù. Ma sempre i confini tra il sogno e l’illusione sono tremendamente invisibili e terribilmente pericolosi: «Ecco il sognatore arriva» (Gn 37,19) e «venite uccidiamolo» (Mt 21,38).
Da Giuseppe e da Gesù dobbiamo non solo imparare a sognare, persino ad occhi aperti, ma anche a difenderci accanitamente da ogni forma di illusione. Come fare? Siamo capaci di pagare il prezzo? Si tratta di addormentarsi nella pace lasciando al sogno di apparire e di compiersi senza di noi, oltre noi e nonostante noi stessi. Un percorso analogo – di certo in tutto il suo peso di sofferenza e non certo a prezzo ridotto – lo ha compiuto Etty: donna dai grandi sogni, abitata da momenti di grande esaltazione persino euforica e consumata da un’ansia incontenibile di dare una mano all’evoluzione dell’umanità: Più tardi viaggerò per i paesi del mondo, mio Dio, io lo sento in me, questo istinto che passa i confini, che fa scoprire un fondo comune nelle varie creature in lotta fra loro su tutta la terra. E vorrei parlare di questo fondo comune, con voce sommessa e dolcissima e insieme persuasiva e ininterrotta (215).
Una Quaresima con Etty

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