lunedì 17 marzo 2014

11 ° Giorno il Signore Gesù ci promette certo «una buona misura, pigiata scossa e traboccante» (Lc 6, 38) ma direttamente proporzionale alla nostra capacità di usare verso gli altri - solo e sempre - l’amplissima misura di uno sguardo «misericordioso»


Siamo invitati a farci profondamente coinvolgere non solo dalla preghiera del profeta Daniele ma ancora di più dalla sua consapevolezza nitida e netta: «abbiamo peccato e abbiamo agito da malvagi e da empi» (Dn 9, 10). E il Signore Gesù ci promette certo «una buona misura, pigiata scossa e traboccante» (Lc 6, 38) ma direttamente proporzionale alla nostra capacità di usare verso gli altri - solo e sempre - l’amplissima misura di uno sguardo «misericordioso». Attitudine impossibile e sicuramente illusoria ed ingannevole al di fuori di una presa di coscienza sempre più audace della nostra propria "malvagità" ed "empietà".
Troppe volte, troppo spesso, troppo facilmente la nostra consapevolezza – o meglio pseudo-consapevolezza! – riguarda gli altri… siamo persino in grado di parlare dell’umanità ponendo noi stessi fuori di essa. Etty ci ha lasciato la nota di una conversazione tra amici del 19 febbraio 1942 assai interessante: Jan chiedeva con amarezza: cosa spinge l’uomo a distruggere gli altri? E io: gli uomini dici – ma ricordati che sei un uomo anche tu (99). Più volte Etty definisce il suo come un processo interiore (73), un cammino verso l’interiorità che assume sempre di più i contorni di un processo di spiritualizzazione (65) che, comunque, si identifica con una crescente consapevolezza in cui la vita interiore diventa il luogo più adeguato per leggere e intervenire nella storia.
Una Quaresima con Etty

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