Ogni
volta che ci tocca di attraversare il dramma di un Venerdì Santo
anche a noi verrebbe da dire: «se
tu sapessi che sonno che ho!» (119).
Il
Sabato Santo ci ricorda che il segreto di ogni giorno è dormire ogni
notte!
Addormentarsi significa avere fiducia che attorno a noi
qualcuno veglierà sulla nostra vita anche quando non saremo in grado
di fare niente per noi stessi.
Il Sabato Santo ci invita a lasciarci
andare al sonno e a lasciarci sorprendere dal sogno senza temere di
essere condotti in terre sconosciute e persino negli abissi della
terra e del cuore: «Mio
Dio devo lasciarti più fare» (218) attraverso
quelle «lunghe
notti che saranno le mie notti migliori» (112). Come
nel sonno così in ogni morte, accolta e abbracciata, si può dire:
«Io dormo ma il
mio cuore veglia» (Ct
5, 2).
Il cuore è la nostra grande ricchezza soprattutto quando
dolcemente egli continua a battere mentre tutto il resto del corpo e
persino l’anima riposano lontani da ogni inutile pre-occupazione:
«Quasi tutte le
persone di qui sono molto più povere del necessario, perché
registrano la loro nostalgia degli amici e della famiglia come una
perdita nel libro dei conti della vita – mentre il fatto stesso che
un cuore sia in grado di desiderare e di amare così tanto dovrebbe
essere contato fra i beni più preziosi» (118).
Una quaresima con Etty
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