Non
c’è giorno più triste di questo
in cui ricordiamo la "vendita"
del nostro Signore e Maestro da
parte
di uno dei suoi,
di uno di noi.
Quanto profonda dovette essere
la notte interiore in cui l’apostolo sprofondò quando «andò
dai sommi sacerdoti e disse: "Quanto mi volete dare perché io
ve lo consegni?"» (Mt
26,15).
Per vendere qualcuno, per tradire qualcuno è necessario
sentire un qualche diritto sulla persona che si tradisce…!
Il
tradimento tradisce sempre un attaccamento morboso e possessivo
che
facilmente si traduce in una frustrazione tale da esigere
l’eliminazione.
Con la loro autorità i sommi sacerdoti
quantificano a apparentemente placano l’angoscia di Giuda: «gli
fissarono trenta monete d’argento» (Mt
26,15)… il prezzo dello schiavo (Es 21,32) non certo il prezzo di
un maschio libero – che vale 50 sicli - «invece per una
donna, la tua stima sarà di trenta sicli» (Lv
27,4).
Finalmente Giuda – ossessionato dal bisogno di stimare e
valutare "trecento denari…" (Mc
14,5) – ha trovato qualcuno che gli ha "valutato" il suo
Gesù… e lui stesso – finalmente è chiaro – vale di più:
il
tradimento nasce sempre dal complesso di inferiorità per superare la
cui disperazione non rimane che s-valutare l’altro per
sopravvalutare se stessi: «sarebbe meglio per quell’uomo
che non fosse mai nato (Mt
26,4).
Una quaresuma con etty
Nessun commento:
Posta un commento