Da
un’intimità all’altra:
da Betania al Cenacolo,
dal gesto
tenerissimo di piedi accarezzati con il più prezioso dei profumi
al
gesto intimissimo del discepolo "che Gesù amava"
(13,23):
solo lui può
comprendere e può osare la domanda "reclinandosi sul
petto di Gesù" (Gv 13,25).
Nel Cenacolo il cuore del Signore Gesù effonde tutta
la sua
tenerezza, la sua vulnerabilità e il suo dolore:
«Mentre
era a mensa si commosse profondamente… uno di voi mi tradirà…
prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte» (Gv
13,21. 38).
Non basta essere discepoli… in certi momenti è più
importante essere amici, essere oggetto di un amore unico e
indicibile.
Solo l’amore del discepolo che conosce la via del cuore
del Signore Gesù potrà rimanere fedele sino alla fine.
Giuda
e Pietro – ciascuno di noi – sono ancora discepoli troppo
"esteriori" per essere in grado di sopportare il peso
dell’abisso del cuore del Maestro –
uno "tenendo
la cassa (Gv 13,29) e l’altro
tutto intento al momento storico che sta vivendo "perché
non posso seguirti ora?" (Gv
13,37) –
pensano di fare o poter fare qualcosa per il Signore ma
non ne hanno ancora sondato il mistero fino a farsene travolgere.
Solo la mente posta sul cuore è in grado di penetrare il mistero
fino a sopportare il fallimento della Croce.
Di certo Etty rischia di
far parte proprio di quell’"aristocrazia" su
cui l’umanità si regge
- come spiegava Jung –
e i cui due
archetipi sono proprio,
nella tradizione spirituale,
Maria e il
discepolo amato:
per costoro possono essere ben appropriate alcune
frasi di Etty:
«anch’io credo, so che esiste un’altra
vita. Credo persino che certe persone siano in grado di vederla e di
viverla anticipatamente. Quello è un mondo in cui gli eterni
sussurri mistici si sono fatti viva realtà, e in cui gli oggetti e
le parole comuni hanno acquistato un significato più alto» (218).
Una quaresima con Etty
Nessun commento:
Posta un commento