Entrare
nel Mistero pasquale significa
- attraverso la forza trasformante dei
riti -
farsi carico dei nostri bisogni più fondamentali
e, al
contempo, dei bisogni dei nostri fratelli e sorelle in umanità.
Quasi come ultima parola, come si è già avuto modo di ricordare,
Etty pone come testamento della sua vita una parola non dissimile da
quella del Signore Gesù:
«Ho spezzato il mio corpo come
fosse pane
e l’ho distribuito agli uomini.
Perché no? Erano così
affamati, e da tanto tempo» (238).
Ma
cosa potrebbe raccontare un pezzo di pane di se stesso
se non il
mistero della più profonda condivisione fino
all’assimilazione:
«quando soffro per gli uomini indifesi,
non soffro forse
per il lato indifeso di me stessa?»(238).
Mentre l’itinerario spirituale
di Etty procedeva con forza verso il suo compimento la sua vita è
divenuta misteriosamente sempre più una risposta ai bisogni primari
di coloro che gli vivevano accanto in tempo di assoluta minaccia.
Una quaresima con Etty
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