L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
domenica 22 dicembre 2013
Si cancella il "disordine" della gratuità, che racconta una sproporzione, annuncia una dismisura.
Ieri don Angelo ci ha detto che siamo dominati dallo scambio e dalla mercificazione del dono che ci portano alla fatica da regalo.
Angelo Casati , il 14/01/2009, Crema
GRATUITÁ E GRATITUDINE
Si compra tutto.
Con i soldi - si dice o si fa capire - si può comprare tutto.
Anche i sentimenti, le persone, il pensiero, il futuro, l'anima della gente.
Domina la legge del mercato:
io ti do, tu mi dai.
Nella più pura proporzionalità.
A prestazione deve corrispondere prestazione,
abbiamo pareggiato i conti, siamo alla pari.
A prestazione corrisponde il giusto prezzo.
Si riducono gli spazi della gratuità.
Si cancella il "disordine" della gratuità,
che racconta una sproporzione,
annuncia una dismisura.
A tal punto si riducono gli spazi della gratuità che, quando, per avventura o per grazia,
ti sembra, stropicciandoti gli occhi, di sorprendere un gesto gratuito,
subito qualcuno va a smorzare il tuo entusiasmo,
insinuandoti il dubbio:
"no" ti dice "non è possibile,
ci sarà un secondo fine, un interesse nascosto".
Tanto il "gratuito" sembra fuori paese, fuori del nostro paese.
Consumati, pesantemente consumati, dall'opinione che tutto si paga,
siamo arrivati al paradosso che,
se qualcosa viene offerto gratuitamente,
non ha valore.
O ne ha ben poco nella stima generale.
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