venerdì 27 dicembre 2013

Pesantezza della predicazione riflesso della pesantezza del nostro giudizio, che ha cancellato la gratuità.


Don angelo continua il suo discorso dopo aver ricordato che la bellezza della gratuità è la grazia. Cita Mt 5,43-48: la cartina di tornasole dei veri credenti. Ricorda che il vangelo non contiene parole tanto per dire. Se non obbediamo al Verbo non abbiamo bellezza che è segno della Grazia che abbiamo accolto. Opacizziamo il suo Messaggio.

Angelo Casati , il 14/01/2009, Crema
GRATUITÁ E GRATITUDINE

Dovremmo più spesso ricordare
anche che la gratuità,
la parola "grazia"
(si dice infatti grazioso ciò che è bello),
ha nella sua radice il significato di bellezza.
La chiesa che mercanteggia perde la bellezza del suo Signore.
Si va - purtroppo succede anche di questi tempi! -
a contrattare con coloro che contano
o si va a circoscrivere l'infinito,
l'infinito del gratuito,
l'infinito della grazia.
Se noi vi diamo questo,
voi ci dovete altrettanto.
Vi diamo una moschea,
voi ci date una chiesa.
E' un esempio, se volete.
Questa, a mio avviso, può essere una, anche se non la sola,
una delle ragioni della pesantezza della chiesa.
Talora si respira - lo dicevamo la volta scorsa - un clima pesante,
che risente di una perdita,
la perdita della gratuità:
la pesantezza della predicazione
di un Dio che
non è a salvezza,
è a incenerimento,
incenerisce con l'inferno.
Pesantezza della predicazione riflesso della pesantezza del nostro giudizio,
che ha cancellato la gratuità.

Pesantezza della chiesa
e pesantezza della società,
pesantezza del nostro vivere quotidiano,
dove a regalo deve corrispondere regalo, a tanto tanto,
perché avvenga la proporzione, la proporzione,
e non la sproporzione, non la grazia, non la gratuità.

Una domanda mi bussa al cuore:
è in questa direzione che troveremo la gioia,
è nella logica dello scambio che saremo un po' più beati?
O nella direzione opposta del non ricevere contraccambio?

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