martedì 17 dicembre 2013

Non si può costringere Dio ad accettare le scelte fatte da noi pensando che debbano piacergli.


- L’ascesi è un’arte della custodia piuttosto che una rinuncia: si rinuncia in forza del contenuto prezioso, del tesoro che ci è stato donato.

- I pensieri cercano tutto ciò che riguarda Dio, il compimento della sua volontà.

- Poiché si appartiene a Dio, a Lui ci si è consegnati…

- La mira principale del tentatore nella persona spirituale non è di aggredire Dio, ma di aggredire l’amore di Dio.

- Il nemico istiga alla fretta, in modo che la persona porta come una gravidanza queste conoscenze per il tempo debito, di nascosto, pregando e amando le realtà spirituali, ma le comunica e le insegna agli altri in modo abortivo, affrettato.

- Si finisce fuori dall’amore, occupandoci di noi stessi.

- Questa persona è comunque disturbata dagli altri e, in modo indiretto, dalla propria memoria.

- La pace è anche una certa impassibilità nei momenti in cui viviamo i colpi del male inferti dagli altri.

- … l’importante è non ascoltare il malessere e il vuoto. Ma in realtà proprio in quel momento il Signore ci sta curando, guarisce un nostro punto molto più vulnerabile, che è quello dove il nemico può innescare un pensiero di autosufficienza, di merito, di autosalvezza.

- I momenti di tale desolazione sono così momenti di grazia, perché matura il nostro rapporto con Dio, di modo che impariamo a non seguire il Signore perché ci appaga  in modo sensibile con la sua grazia, ma lo seguiamo solo per amore.

- Con il peccato è avvenuta la perversione del principio agapico, cioè del principio filiale, in quanto noi, creati come figli, siamo diventati ribelli, facendo di noi stessi l’epicentro di tutto e di tutti, rifiutando lo stato di figli.

- … se il Signore è così prezioso da non esserci niente che possiamo fare, desiderare o volere, se non stare con il Signore e fare ciò che Lui vuole.

- … non c’è nessun scenario, pur con tutto il fascino e i luccichii possibili, che possa convincermi anche per un solo momento che c’è qualche vita fuori dall’amore con Dio.

- …uno che è stato toccato dall’amore  di Dio non riesce più a scordare i tratti del suo Volto.

- Se si è così stretti a Cristo, tutto ciò che accade a Lui accade anche a chi lo ama.

- Il cuore puro è il cuore che non è strappato e oscurato da pensieri contrastanti che vi si combattono, da diverse passioni che sviano la nostra conoscenza, ma è un cuore che vive la concordia di tutte le dimensioni dell’esistenza che si danno l’assenso della loro libera adesione a Cristo.

- Il cuore puro non è un cuore vuoto, piuttosto un cuore inabitato dall’amore folle per Cristo, tanto da chiedere la grazia di essere conformi a Lui e che Lui possa avere il primo posto, nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti, nel nostro volere.

- Non si può costringere Dio ad accettare le scelte fatte da noi pensando che debbano piacergli.

- Anche la cultura attuale, profondamente marcata da un’immagine sensuale e violenta, alla quale la gente oggi attinge senza criterio, condiziona certamente l’immaginazione, così che senza una purificazione è difficile usarla direttamente nella preghiera.

- La vocazione cristiana è la chiamata ad una progressiva penetrazione dello Spirito Santo che versa nei nostri cuori l’amore del Padre, è un cammino per vincere tutte le resistenze innescate in noi dal peccato, resistenze che ci rendono ribelli all’amore e che ci fanno chiudere nel nostro egoismo.

- Chi ha sperimentato la salvezza, chi è stato toccato autenticamente dall’amore, non cadrà nella trappola di programmarsi la vita da solo, ma cercherà di mettersi a disposizione di Dio.

- L’obbedienza è una realtà che si dischiude solo all’interno della fede, nella misura in cui si crede che la volontà salvifica di Dio Padre venga mediata, comunicata ad ogni persona sulla base di un principio di incarnazione, dal momento che il cuore della nostra fede è l’incarnazione.

- Le persone, devono essere pronte ad entrare in preghiera per liberarsi dalle proprie vedute, dai propri argomenti e dai propri desideri.

Marko Ivan Rupnik

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