giovedì 22 agosto 2013

Siamo stati tutti e tre d’accordo nell’affermare che non c’è piacere senza rinuncia.


L'angelo della rinuncia

L’angelo della rinuncia ha vita difficile oggi. Infatti, molti collegano alla parola rinuncia un’ascesi tenebrosa. In effetti Dio vuole che noi viviamo la vita nella pienezza.


In una trasmissione televisiva intitolata:” Rinunciare, godere, oppure l’uno e l’altro?”: dopo aver sentito uno studioso del piacere e una studiosa della sessualità, sono state poste delle domande anche a  me, in quanto monaco, sul problema del piacere e della rinuncia.
Siamo stati tutti e tre d’accordo nell’affermare che non c’è piacere senza rinuncia.
Chi vuole soltanto godere non ce la fa.
Posso godermi una o due fette di torta in piena tranquillità,
ma alla quarta fetta, alla più lunga, non c’è più alcun piacere,
è soltanto un rimpinzarsi.
Oggi molte persone sono diventate incapaci di godere,
perché non sono più capaci di rinunciare.
In passato invece era il contrario.
In passato alcuni cristiani si sono resi incapaci di godere
per colpa di una condotta troppo ascetica.
Per loro il godere era già qualcosa di sospetto questa visione era tanto unilaterale
quanto quella odierna in cui si deve avere tutto.
L’avido diventa incapace di godere.
Ti auguro che l’angelo della rinuncia ti conduca alla libertà interiore,
che ti renda capace di godere realmente ciò che vivi e sperimenti,
che ti aiuti ad abbandonarti a quello che fai,
a provare con tutti i sensi ciò che mangi, ciò che bevi.
Ti accorgerai che
l’angelo della rinuncia
è al tempo stesso
un angelo della gioia e del piacere, 
un angelo che ti farà bene.
Se nella rinuncia deponi la pretesa nei confronti delle cose che ti spettano,
 come il mangiare, il bere, il guardare la televisione ecc.,
guadagni te stesso.
Prendi in mano la tua stessa vita.
L’angelo della rinuncia ti introduca nell’arte di vivere
la tua vita, di disporre liberamente di te stesso e
di provar quindi piacere per la tua vita.
Anselm Grun

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