L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
venerdì 9 agosto 2013
Egli avrebbe volentieri intrapreso il giro del mondo per vedere realizzata la volontà del Signore nei suoi riguardi. Egli non pensava alle sue forze declinanti. Queste non sostenevano più la fiamma che lo divorava.
Eloi Leclerc, La sapienza di un povero
È l’alba che s’accende? - cap. 6
Chiara ascoltava, profondamente commossa. Essa aveva difficoltà a nascondere la propria emozione. Le parole di Francesco trovavano in lei un’eco profonda. Ma era soprattutto la vista di Francesco che la sconvolgeva. Francesco s’era animato nel corso del suo parlare. Quell’uomo gracile e malaticcio raggiava in quel momento d’una sovrumana bellezza. La sua parola assumeva un accento forte e grave. Una viva passione lo sosteneva e lo illuminava. Era un profeta che parlava per bocca di Francesco.
Chiara avrebbe voluto limitarsi ad ammirare e ad approvare. Ma essa non poteva dimenticare quanto fosse importante il suo intervento in quella circostanza. L’eccezionale nobiltà di Francesco ne faceva risaltare ancor più in quel momento ai suoi occhi il dolore che lo torturava. Chiara lo lasciava parlare, convinta che il parlare gli fosse di sollievo. Ma, mentre lo ascoltava, non cessava di chiedersi come avrebbe potuto prenderlo per mano e ricondurlo sulla strada della pace.
Francesco, tutto assorto nel suo soggetto, non avvertiva più i suoi bruciori d’occhi e di stomaco. Egli aveva l’impressione di rivivere. Tutte le sue sofferenze erano assorbite dal fuoco della sua passione. Egli avrebbe volentieri intrapreso il giro del mondo per vedere realizzata la volontà del Signore nei suoi riguardi. Egli non pensava alle sue forze declinanti. Queste non sostenevano più la fiamma che lo divorava. Mentre parlava, si sentiva invaso da una immensa stanchezza alla quale s’aggiungeva nell’anima sua ora un senso di sconforto. Allora le farfalle nere ripresero a volteggiargli dinanzi agli occhi.
- Ahimé - riprese Francesco dopo una breve pausa di silenzio - io sono come un padre respinto dai suoi stessi figlioli. Essi non mi riconoscono più. Hanno vergogna di me e della mia semplicità. Possa il Signore aver pietà di me, sorella Chiara!
- I vostri figli non vi hanno tutti rinnegato ribatté Chiara con dolcezza. - E Dio vi tiene tuttora per mano.
- Dio! - sospirò dolorosamente Francesco. - Quando mi presento al suo cospetto nella mia solitudine, ne ho paura e tremo tutto dalla testa ai piedi. Deh, se soltanto sapessi cosa debbo fare! ...
- Forse non avete nulla da fare - riprese Chiara.
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