L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
mercoledì 3 luglio 2013
Ma è l’uomo di una sola gioia, che è quella di udire la voce del Signore.
Giovanni Battista è il modello di coloro che Dio consacra totalmente a preparare le sue vie.
Egli viene da Dio separato e santificato in maniera eminente, [...]
in quella scena così misteriosa della Visitazione,
in cui Gesù, vivente in Maria, santifica Giovanni Battista,
e Giovanni Battista, prima di essere nato, esulta nel seno di sua madre,
investito dallo Spirito che gli è comunicato,
santificato già da Lui.
Sembra che lì si realizzi già ciò
che Giovanni Battista dirà in seguito di sé:
egli è colui che “esulta quando ascolta la voce del Signore” [...]
Dopo la scena della Visitazione,
Luca dice a suo riguardo:
“Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito.
Visse nel deserto fino al giorno della sua manifestazione a Israele”.
C’è dunque nella sua vita,
tra la gioia del suo primo incontro con Gesù,
prima della sua nascita,
e la gioia dell’incontro nel momento del battesimo,
in cui l’Amico dello Sposo si rallegrerà di udire la voce dello Sposo,
c’è tutto un periodo che è quello del deserto,
cioè del silenzio di tutto ciò che non è Dio.
Questo deserto in cui Dio è, per così dire, più vicino,
perché i nostri sguardi si attardano meno sulle creature.
Giovanni è l’uomo del deserto solo perché è l’uomo della gioia spirituale.
Nella preghiera della sua Festa,
gli si chiede la grazia delle gioie spirituali.
E, di fatto, è questa la sua grazia specifica.
Egli è il santo più gioioso di tutta la Scrittura.
Ma è l’uomo di una sola gioia,
che è quella di udire la voce del Signore.
Fugge nel deserto perché nulla lo distolga da questa gioia,
per consacrarsi totalmente ad essa,
per ricordare sempre quell’incontro di prima della nascita,
e per attendere il secondo incontro,
quello del battesimo, riservandosi per questa unica gioia,
lontano da tutte le creature.
(Jean Danielou, Le mystère de l'Avent).
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