L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
martedì 26 febbraio 2013
Dio ha voluto così. E, d’ altra parte, come faccio ad amare il prossimo, o meglio, certo prossimo se prima non amo Dio?
“Per amor vostro amo il prossimo mio come me stesso”. Qui, come in Gesù, vengono congiunti i due amori: amore di Dio e amore del prossimo. I francesi dicono: “Ce sont les frères jumeaux”. Sono come gemelli questi due amori, vanno insieme. Dio ha voluto così. E, d’ altra parte, come faccio ad amare il prossimo, o meglio, certo prossimo se prima non amo Dio? Certe faccette non mi sono simpatiche. Certe persone mi hanno fatto del male, mi odiano, io devo amarle lo stesso. Riesco solo se estendo su di esse l’ amore grande che già ho verso Dio. Non meriterebbero, Signore, ma sono tue figliole, sono sorelle di Cristo anche queste persone. Come... e come, non soltanto con le parole, ma coi fatti. Faremo un esame alla fine della vita e Gesù ha già detto quali sono le domande che ci farà: avevo fame, nella persona dei miei fratelli più piccoli, mi hai dato da mangiare? Ero ammalato, prigioniero, sei venuto a visitarmi? Queste sono le domande. Qui dovremo dare le risposte. Prendendo queste parole ed altre della Bibbia, la Chiesa ha fatto due liste: sette opere di misericordia temporale e sette spirituale. Non sono complete. Bisognerebbe aggiornarle. Per esempio, la fame. Oggi, non si tratta più solo di questo o di quell’individuo. Sono popoli che hanno fame. Noi ricordiamo tutti le grandi parole del grande Papa Paolo VI: “I popoli della fame interpellano in maniera drammatica i popoli dell'opulenza. La Chiesa trasale a questo grido di angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello”. E poi qui, la giustizia si unisce alla carità, perché il Papa dice anche, sempre nella Populorum Progressio: “La proprietà privata per nessuno è un diritto inalienabile ed assoluto. Nessuno ha la prerrogativa di poter usare esclusivamente dei beni in suo vantaggio oltre il bisogno, quando ci sono quelli che muoiono per non aver niente”. Sono parole gravi, insieme ad altre. Alla luce di queste parole, non solo le nazioni, ma anche noi privati, specialmente noi di Chiesa, dobbiamo chiederci: abbiamo veramente compiuto il precetto di Gesù che ha detto: “Ama il prossimo tuo come te stesso” ? (Giovanni Paolo I, Udienza di Mercoledì 27 settembre 1978).
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento