la consideravo come un jolly buttato sul tavolo, a tradimento, durante una partita di carte.
Mi suonava come un modo per evitare i problemi e misconoscere la tragedia della vita.
Egli non abolisce il dramma dell’esistenza ma lo compie.
Distrugge ogni nostro idolo e ci riporta al dramma dell’”amore forte come la morte”?
È necessario che i credenti riconoscano tale dramma e vivano il secondo comandamento, il quale ci domanda di non pronunciare invano il nome di Dio.
I non credenti potranno intenderlo meglio».
Fabrice Hadjadj
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