mercoledì 12 marzo 2014

7° giorno non raramente, dobbiamo farci aiutare dalla creazione per ritrovare la strada che ci riporti ad una relazione più sana con noi stessi, con gli altri e con il Creatore


Veramente commovente vedere come, nonostante la diffidenza del profeta Giona, il re di Ninive non esita ad ordinare che non solo gli uomini ma pure gli «animali non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua»(Giona 3, 7). Il Signore Gesù ci invita pressantemente ad aprire gli occhi su questo «segno» senza cercare altri«segni» (Lc 11, 29-32).
La Quaresima ci offre attraverso il digiuno, il silenzio, la preghiera l’occasione propizia per purificare il nostro cuore di uomini e di donne da un’eccessiva centratura su noi stessi: noi non siamo il centro dell’universo ma solo parte di esso e, non raramente, dobbiamo farci aiutare dalla creazione per ritrovare la strada che ci riporti ad una relazione più sana con noi stessi, con gli altri e con il Creatore: Non esistono forse altre realtà, oltre a quella che si trova sui giornali e nei discorsi vuoti e infiammati di uomini intimoriti? Etty dopo essersi posta questa domanda a cui non possiamo, in nessun modo restare insensibili, offre pure una risposta: Esiste anche la realtà del ciclamino rosso-rosa e del grande orizzonte, che si può sempre scoprire dietro il chiasso e la confusione di questo tempo (215).
Potremmo aggiungere al testo del salmo che dice «uomini e bestie tu salvi, Signore» (Sl 35, 7), "e salvi i fiori, gli orizzonti, le galassie…!" Etty non si trovava in una situazione tale da permetterle nessuna forma di leggerezza immersa com’era in una realtà in cui ogni cosa è di un’indescrivibile e buffonesca assurdità e tristezza (147). Cercando riparo dalla tristezza ma ancora di più dalla terribile buffoneria che noi umani siamo capaci – a differenza di tutte le altre creature di costruire in noi e attorno a noi – non trova altro modo che fare visita alla natura fedele alle sue proprie leggi: E così provo a vivere senza preoccuparmi di timbri verdi rossi e blu e di liste di deportati, e di tanto in tanto faccio visita ai gabbiani, nei cui movimenti per i vasti cieli nuvolosi si indovinano leggi, eterne leggi di un genere diverso da quelle che fabbrichiamo noi uomini (95).

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