lunedì 10 marzo 2014

5° giorno Ma chi è mai questo Dio che si confonde con i più piccoli, le più in-visibili tra le sue creature: «Signore quando mai ti abbiamo visto…?» (Mt 25, 37.44).


L’invito del Levitico risuona esigente ma assai attraente: «Siate santi, perché io, il Signore vostro sono santo»(Lv 19, 2). Il Signore Gesù da parte sua non esita indicarci una sorta di metodologia della santità: «ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me» (Mt 25, 40).
Con l’accostamento di questi due testi biblici si viene creare un indissolubile legame tra la santità di Dio e il nostro saperci chinare non solo e non tanto sulla piccolezza dell’altro – i suoi bisogni - ma, più profondamente, sul fatto che l’altro nella sua piccolezza ci rivela il volto di Dio. Ma chi è mai questo Dio che si confonde con i più piccoli, le più in-visibili tra le sue creature: «Signore quando mai ti abbiamo visto…?» (Mt 25, 37.44).
Davanti a questi volti inquietanti dell’umanità che sono i poveri e gli esclusi anche noi – ogni volta – siamo costretti a riconoscere: Non c’è ancora abbastanza spazio in me stessa per far posto alle molte contraddizioni, mie e di questa vita (79). Laddove le contraddizioni si fanno più stridenti si è chiamati ad assumente uno sguardo e un gesto che vada oltre ciò che si vede per cogliere ciò che non si vede e che pure si sente: la vita di tutti gli uomini sentita di nuovo come una gran storia di dolori (80). Quale Dio potrà mai celarsi in questa storia di dolori?
Una Quaresima con Etty

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