venerdì 7 marzo 2014

3° giorno la quaresima non è altro che l’imitazione del suo lungo digiuno


Da tempo ormai nella nostra tradizione e nei nostri comportamenti il digiuno non ha più quasi posto, ci sembra una pratica troppo esteriore e per questo la reputiamo inutile. Eppure il Signore Gesù non solo non la esclude dalla sua vita – la quaresima non è altro che l’imitazione del suo lungo digiuno – ma la pronostica chiaramente per i suoi discepoli, per noi: «Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno»(Mt 9, 15). Forse senza accorgerci ragioniamo come gli stolti a cui fa riferimento Isaia: «Perché digiunare se tu non lo vedi?» (Is 58, 3). Invece non solo Dio vede e sa il nostro digiuno ma soprattutto ama il nostro saper sperimentare la fame.
In realtà c’è bisogno di così poco per vivere! Il nostro corpo ha bisogno di molto meno di quanto si possa immaginare per tenersi in forma e in strettissima collaborazione con lo spirito perché quest’ultimo possa continuare comunque il suo cammino e il suo lavoro (128). Davanti ai tempi che si facevano sempre più difficili Etty non fece altro che adottare l’uso di un piccolo digiuno come preparazione alla prova: dobbiamo abituare il nostro corpo a chiederci solo l’indispensabile, soprattutto nel campo del cibo.
Una quaresima con Etty

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