Sarebbe
bello sentirci dire a nostra volta da parte del Signore Gesù: «Non
sei lontano dal regno di Dio» (Lc
12, 34). Per ricevere l’elogio non ci resta che fare lo stesso
cammino dello scriba che passa da un distinto – Dio e il prossimo –
all’esigenza unica e unificante di «amarlo… amare»
(Lc 12, 33). Ma come accedere a
questa fecondità se non perché capaci di offrire a Dio un cuore
vergine che Gli lascia tutto lo spazio, tutta l’iniziativa:«Io
li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò di vero cuore» (Os
14, 6). L’unico vero rischio per l’amore è che esso si
inaridisca per questo l’unica speranza per il nostro amore è la
promessa del Signore-Sposo: «Sarò come rugiada per
Israele» (Os 15, 6).
Etty
si è offerta continuamente come terra faticosamente ritornata così
vergine e appena nata (159) a
questa«rugiada dell’Ermon» (Sl
132, 3) capace di far rifiorire ogni deserto. Si potrebbe rileggere
l’intero processo interiore di Etty come una conversione, un
ritorno, una re-staurazione della verginità del suo cuore che, pian
piano, re-impara il senso e il linguaggio dell’amore, l’arte di
farsi amare per poter infine amare in modo tanto antico ma sempre
nuovo.
Una Quaresima con Etty
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