giovedì 27 marzo 2014

20° giorno Con il suo gesto il Signore smaschera i veri muti: tutti coloro che non ascoltando non sono mai capaci di cor-rispondere nella libertà e nell’audacia che richiede ascolto ed accoglienza: «essi non ti ascolteranno, li chiamerai, ma non ti risponderanno» (Ger 7, 27)


Necessità dell’ascolto secondo l’invito del profeta Geremia e libertà di parola per il gesto del Signore Gesù il quale risana un muto che «cominciò a parlare» (Lc 11, 14). Meraviglia unita a sdegno negli astanti, alcuni dei quali accusano Gesù di agire per conto del diavolo. Con il suo gesto il Signore smaschera i veri muti: tutti coloro che non ascoltando non sono mai capaci di cor-rispondere nella libertà e nell’audacia che richiede ascolto ed accoglienza: «essi non ti ascolteranno, li chiamerai, ma non ti risponderanno» (Ger 7, 27). Il nostro Dio non vuole arruolarci in un esercito come soldatini muti e obbedienti ma ci invita a «raccogliere con» (Lc 11, 23) lui ogni seme di parola che crea relazione feconda quanto più profondamente radica nel silenzio.
Laddove i farisei cercano il controllo, togliendo lo spazio dell’inter-locuzione, il Signore crea invece spazi di libertà. Ma la libertà di parola non può mai essere disgiunta dalla responsabilità dell’ascolto: «Questo comandai loro: "Ascoltate la mia voce"» (Gr 7, 23). Tutto il viaggio interiore di Etty sarà come continuamente proteso e, più precisamente, come magnetizzato da questa voce interiore verso cui, continuamente e sempre di più, si volgerà obbediente, docile, amante per conferire ad ogni sua parola la forza di un gesto di salvezza per se stessa e per il mondo che la circonda. Mentre il chiasso, il terrore, il rincorrersi di supposizioni e di timori e di discussioni si intrecciano sull’orlo di un baratro pronto ad inghiottire confondendo tutto e tutti, Etty sembra attratta da qualcosa di profondamente altro: dentro di me c’è una melodia che a volte vorrebbe essere tradotta in parole sue. Ma per la mia repressione, mancanza di fiducia, pigrizia e non so che altro, rimane soffocata e nascosta. E poi mi colma di nuovo di una musica dolce e malinconica (67). Cosa mai normalmente vince nella nostra vita il chiasso della superficialità o questa invincibile così intima melodia che ci affranca dalla confusione? Cosa mai?!
Una Quaresima con Etty

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