martedì 25 marzo 2014

18° giorno Quante volte la nostra impossibilità a perdonare è semplicemente il volto del rammarico di non riuscire a perdonare a noi stessi e a Dio di avere fallito… specialmente con le persone che abbiamo amato e che ci hanno amato?


Forse il Signore ridicolizza il nostro sforzo di perdonare al fratello con generosità fino «a sette volte» (Mt 18, 21)? O forse – al contrario - ci sostiene nella nostra fatica chiedendoci paradossalmente di non preoccuparci se non riempiamo interamente i nostri moduli chiedendoci, invece, di spostare l’attenzione dalla quantità alla qualità? Il perdono non è questione di generosità ma di identità profonda perché è una questione «di cuore»(Mt 18, 35). L’impossibile del perdono diventa non solo possibile ma, in certo modo, persino naturale se il nostro occhio non è più rivolto fuori – verso l’altro – ma all’interno - «in mezzo al fuoco» (Dn 3, 25) che immola e che al contempo sublima tutto ciò che siamo: «Potessimo essere accolti con il cuore contrito e lo spirito umiliato come olocausti» (Dn 3, 39). Il perdono è infatti il più grande investimento possibile su questa terra poiché la sottomette alla logica propria del cielo: se Dio, infatti, non perdonasse all'istante «chi potrebbe salvarsi?».
Ma non è possibile accedere al perdono se non cambiando in una radicale conversione lo sguardo su se stessi per accogliere, fino all’estreme conseguenze, il fatto di essere ciascuno niente altro che un servo tra servi. La preghiera dei fanciulli è chiara e tremendamente precisa proprio mentre il fuoco si leva inesorabilmente liberante: «Non c’è delusione per coloro che confidano in te» (Dn 3, 40).
Quante volte la nostra impossibilità a perdonare è semplicemente il volto del rammarico di non riuscire a perdonare a noi stessi e a Dio di avere fallito… specialmente con le persone che abbiamo amato e che ci hanno amato? Etty ha dovuto confrontarsi duramente con quello che si potrebbe definire lo "scandalo del perdono" come umanissima protesta della dignità di essere uomo fino all’ultimo brandello di se stessi.
Una quaresima con Etty

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