Il
monito del Deuteronomio è chiaro e preciso: «le
insegnerai ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli» (Dt
4, 9) e, da parte sua, il Signore Gesù ci invita a portare a
«compimento» (Mt 5,
17) la vocazione di essere come anelli di una Tradizione vivendo fino
in fondo – come lui – una doppia fedeltà: a ciò che viene prima
di noi «la Legge e i Profeti» (Mt
5, 17) e a ciò che verrà dopo di noi. Una simile fedeltà esige una
grande responsabilità nel vivere il "qui ed ora"
manifestando nella nostra personale aderenza al reale quale sia «la
vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli» (Dt
4, 6).
Come
per Etty anche a noi si pone –soprattutto nel momento storico che
viviamo di grandi cambiamenti e di grandi ma sempre più fragili
speranze – la scelta umile di non pensare a noi stessi ma a quel
minimo ruolo di "collegamento" tra epoche diverse per
essere realmente capaci di Tra-dizione. La sfida è essere sempre di
più persone che non si lasciano «sfuggire dal cuore» (Dt
4, 9) neanche uno «iota» (Mt
5, 9) per poter trasmettere ai "nostri figli" un tesoro in
umanità e sapienza impreziosito dalla nostra frequentazione e
pratica e non, invece, impoverito dalla nostra noia.
Una Quaresima con Etty
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