giovedì 5 dicembre 2013

Noi l'abbiamo respinto, l'abbiamo imprigionato, l'abbiamo torturato, l'abbiamo crocifisso.

Il povero, cammino d'unità

...Chi è oppresso e abbandonato aspetta,
come Paolo,
qualcuno
che starà con lui,
che entrerà in un rapporto di fiducia reciproca con lui,
che camminerà con lui,
che gli dimostrerà la sua dignità e
che è un figlio prezioso del Padre.
Chi è abbandonato e inutile
è spesso incapace di lottare per la sua liberazione,
è troppo stanco, troppo debole, troppo povero, troppo malnutrito, troppo ammalato.

Sulla nostra terra, circa 2000 anni fa, la parola eterna del Padre si è scritta nella nostra storia.
Il Verbo si è fatto carne,
è diventato un Bambino nel grembo di Maria, sposa di Giuseppe.
Maria l'ha dato alla luce in una grotta a Betlemme.
Egli ha abitato fra noi.
Egli ha fatto percepire a noi, uomini e donne di ogni età, la nostra bellezza.
I suoi occhi, le sue mani e la sua voce hanno insegnato ai lebbrosi e a Maria di Magdala che erano importanti.
Ma noi non l'abbiamo accolto.
È venuto fra i suoi, ma i suoi non l'hanno accolto.
Noi l'abbiamo respinto,
l'abbiamo imprigionato,
l'abbiamo torturato,
l'abbiamo crocifisso.
Eppure, per mezzo del suo corpo spezzato e del sangue che ha versato in sacrificio,
egli ha rivelato proprio a noi, uomini e donne di ogni luogo e tempo,
che siamo amati, infinitamente amati dal Padre.
Noi non siamo un popolo condannato e malvagio,
ma un popolo rinato nel perdono e nella speranza tramite lo Spirito di Gesù.
E oggi Gesù continua a camminare su questa terra, ù
ma in noi che siamo la sua Chiesa, i suoi discepoli e, anzi, i suoi amici.
Siamo noi il suo corpo, il suo Corpo mistico.
Egli vuole che siamo le sue mani, i suoi occhi, la sua voce, il suo viso e il suo cuore per far capire ai vari Paolo, come a tutte le persone del mondo e, in particolare, ai più poveri e ai più deboli, che sono preziosi per il Padre e che sono capaci di crescere per portare la vita agli altri.
JEAN VANIER

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