L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
giovedì 17 ottobre 2013
dobbiamo mantenere acceso in noi lo spirito di orazione. Questa è la cosa più importante.
Eloi Leclerc, La sapienza di un povero
Più povero del bosco morto - cap. 11
Leone rimase a bocca aperta. Benché conoscesse bene Francesco, le sue reazioni gli riuscivano sempre sorprendenti. Questa volta il gesto di Francesco gli sembrava troppo severo.
- Padre, non ti capisco. Se si dovesse bruciare tutto ciò che ci distrae nella preghiera, non si finirebbe più - mormorò Leone al termine di un breve silenzio.
Francesco non rispose.
Sai bene - aggiunse Leone che frate Silvestro faceva assegnamento su quel paniere. Ne aveva bisogno e lo aspettava con una certa impazienza.
Sì, lo so ribatté Francesco. - Gliene farò un altro al più presto. Ma questo dovevo bruciarlo. Era urgente.
Il paniere aveva finito di bruciare. Francesco ne soffocò l'ultima fiammella sotto una pietra. Poi, prendendo Leone per un braccio, gli disse:
- Vieni! Ti dirò perché l'ho fatto.
Francesco condusse Leone non lontano da lì, presso una siepe di vimini. Ne tagliò qualche verga flessibile. Poi, messosi a sedere, cominciò a intrecciare un nuovo paniere. Leone s'era seduto al suo fianco, in attesa delle spiegazioni del Padre.
- Io voglio lavorare con le mie mani - dichiarò Francesco - e voglio che tutti i miei frati mi seguano nel lavoro. Non per la bramosia del guadagno; ma solo per dare il buon esempio e tenere lontano l'ozio. Non v'è nulla di più triste di una comunità che non lavora! Ma il lavoro non è tutto, frate Leone, e non risolve tutti i problemi. Il lavoro può anche costituire un ostacolo alla vera libertà dell'uomo; e lo diventa ogni qualvolta l'uomo si lascia assorbire dal suo lavoro fino a trascurare di rendere adorazione al Dio vivo e vero. Pertanto, dobbiamo mantenere acceso in noi lo spirito di orazione. Questa è la cosa più importante.
- Capisco, Padre - rispose frate Leone. - Ma noi non possiamo distruggere il nostro lavoro, ogni qualvolta ci insinui distrazioni nella preghiera.
- Certamente - ribatté Francesco. - Ciò che importa è disporci a sacrificarlo al Signore. A questa sola condizione l'uomo conserva la sua anima disponibile. Sotto la legge antica gli uomini sacrificavano a Dio le primizie dei loro raccolti e dei loro armenti; essi non esitavano a spogliarsi delle loro cose più belle. Era questo un atto di adorazione, ma anche di liberazione; in tal modo l'uomo serbava ben aperta l'anima sua. I suoi sacrifici ne allargavano l'orizzonte fino all'infinito. Era questo il segreto della sua libertà e della sua grandezza.
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