L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
lunedì 29 luglio 2013
Torna da nostra sorella Chiara e dille che ora non posso recarmi presso di lei
Eloi Leclerc, La sapienza di un povero
L’ultima stella - cap. 3
Dopo qualche tempo si vide arrivare all’eremo frate Angelo.
Il suo arrivo fu una sorpresa per tutti.
Il frate disse di essere stato inviato da sorella Chiara a chiedere a Francesco di gradire di recarsi presso di lei.
Essa aveva gran bisogno di vederlo.
Se in quel momento essa desiderava tanto rivedere Francesco, era perché dal fondo del suo Monastero di S. Damiano Chiara intuiva le angosce del Padre.
Le era stato detto che egli si era rifugiato sui monti per riposarsi, ma Chiara intuì che trattavasi di ben altro.
Essa ben conosceva i sentimenti di Francesco e le gravi sue preoccupazioni per una frazione copiosa della comunità.
Qualcosa in lei l’aveva avvertita che il cuore del Padre si dibatteva in preda ad una profonda angoscia.
Quando Francesco intese pronunciare il nome di Chiara, il suo sguardo s’illuminò di colpo. Senonché tornò quasi subito a spegnersi, come un fulmine nel folto delle tenebre.
Egli rievocava in quell’istante i più bei giorni della sua vita.
Il nome di Chiara si associava nel suo spirito a quei tempi felici e luminosi, quando nessun equivoco offuscava ancora il fulgore dell’ideale evangelico che il Signore stesso gli aveva rivelato.
Chiara aveva intuito, meglio di ogni altro seguace, la luce velata di questa forma di vita e se n’era lasciata irradiare dalla testa ai piedi. Ancor giovinetta e di nobili natali, Chiara era venuta a Francesco per conoscere la pura semplicità del Vangelo.
Francesco l’aveva consacrata al Signore; e Chiara s’era serbata fedele alla santa Povertà.
- Sia benedetto il Signore per nostra sorella Chiara! Esclamò Francesco, alle parole di frate Angelo.
Ma tosto ebbe voglia d’aggiungere: «Maledetti coloro che abbattono e distruggono ciò che voi, Signore, avete edificato e continuate ad edificare per mezzo dei santi frati di questo Ordine». Ma se ne trattenne: coloro ai quali si rivolgeva l’accusa, non erano lì per intenderla. Inoltre, il maledire lo faceva troppo soffrire. Si limitò a dire a frate Angelo:
- Torna da nostra sorella Chiara e dille che ora non posso recarmi presso di lei. Gliene chiedo scusa e la benedico con tutta l’anima mia.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento