lunedì 15 luglio 2013

Non riusciamo neppure a immaginarci nella nostra fantasia che cosa succederebbe se, d’un tratto, tutti i veli e le maschere della menzogna ci cadessero di dosso e noi apparissimo così come siamo in verità

Abbiamo paura della verità,
e questa paura è in definitiva
la nostra paura dinanzi a Dio.
Dio è la verità, e nessun altro,
e noi abbiamo paura di lui:
abbiamo paura che d’un tratto
ci ponga nella luce della verità
e smascheri tutta la nostra menzogna.
La verità è una potenza che ci sovrasta
e che ad ogni momento ci può annichilire.
Non è il cielo sereno dei concetti e delle idee,
ma la spada di Dio, il fulmine minaccioso che si abbatte nella notte distruggendo e illuminando;
la verità è lo stesso Dio vivente,
è la sua parola quando colpisce;
dinanzi a questa verità l’uomo deve morire.
E poiché l’uomo è scaltro e lo sa bene,
ecco che si avvolge sempre più nella menzogna e nell’apparenza.
Non vuole vedere la verità, perché non vuole morire.
Per questo deve ingegnarsi a mentire meglio,
in maniera più raffinata, più profonda, più meditata;
anzi, deve spingersi a tal punto
e coinvolgersi talmente nella menzogna,
da non sapere neppure più se sta mentendo,
e finisce per convincersi che la sua menzogna è verità.
A questo è arrivato l’uomo
e, proprio perché è giunto a tal punto,
riterrà che tutto ciò che stiamo dicendo è esagerato, falso.
Certo, ognuno deve ammettere
che la menzogna politica,
la menzogna convenzionale, ideologica, sociale,
la menzogna interessata,
esercitano su di noi una violenza devastante.
Non riusciamo neppure a immaginarci nella nostra fantasia
che cosa succederebbe se, d’un tratto, tutti i veli e le maschere della menzogna
ci cadessero di dosso e noi apparissimo così come siamo in verità.
Non abbiamo neppure l’idea sino a quali profondità del nostro essere saremmo messi a nudo.
Solo una cosa sappiamo:
che una vita come quella che conduciamo adesso sarebbe allora semplicemente impossibile.
Solo perché viviamo non nella trasparenza della luce,
ma nell’opacità della notte, ci è possibile vivere.
Eppure ciò che ci è dato qui non è nient’altro
che l’immagine del giudizio finale, dell’ultimo giorno del mondo.
(Dietrich Bonhoeffer, Memoria e fedeltà).

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